LA LETTERA DI UN ALTRO

Gian Stefano Guerriero nacque a Pedavena il 26 giugno 1932. Cominciò a lavorare all’età di dodici anni, aiutando la nonna nel mulino di famiglia, dove in seguito iniziò a svolgere l’attività di carrettiere, andando a raccogliere grano e a consegnare la farina ai clienti.

Un treno che parte per la asvizzera

Successivamente divenne meccanico di biciclette, frequentando contemporaneamente l’Istituto Tecnico serale a Feltre. L’ultima stagione invernale in Italia la trascorse lavorando in una segheria. Trovandosi poi senza lavoro, fu il primo della sua numerosa famiglia a emigrare verso la Svizzera. La storia della partenza è legata a una casualità: il signor Guerriero, infatti, partì grazie a una lettera di assunzione. E fin qui nulla di strano. Solo che la lettera era indirizzata a un’altra persona. Il compaesano Antonio Rech, il vero destinatario, era da qualche tempo emigrato in Australia, cosicché la madre di quest’ultimo, sapendo che Gian Stefano era disoccupato, gli indicò la possibilità di andare a lavorare per l’azienda che richiamava il figlio, precedentemente emigrato in Svizzera nel periodo tra le due guerre. Ebbe così inizio, il 10 luglio del 1951, la storia di emigrazione del signor Guerriero. Negli anni seguenti lo raggiunsero, per un’intera vita lavorativa in terra elvetica, i fratelli Maurizio, Pier Giorgio e Quinto, così come i genitori e gli altri fratelli che rimasero però solo per brevi periodi, svolgendo lavori stagionali. Arrivato in Svizzera, nella pensione in cui alloggiava, Gian Stefano trovò un amico di famiglia partito un paio di anni prima da Mugnai. Questo amico gli diede una mano ad ambientarsi e a superare le difficoltà iniziali. Per i primi cinque anni il signor Guerriero lavorò con contratti stagionali, riuscendo poi a ottenere un visto annuale. La fortuna che gli permise di partire lo seguì anche all’estero. I proprietari della casa in cui alloggiava – un italiano della Val Camonica e la moglie svizzera, del Canton Nidwalden – col tempo divennero i suoi suoceri. Negli ultimi diciotto anni lavorò come elettricista presso la Pilatus, una fabbrica di aerei di Stans, nel Canton Nidwalden. Andò in pensione nel 1997, dopo quarantadue anni di lavoro, rimanendo a vivere in Svizzera dove le tre figlie hanno messo su famiglia regalandogli cinque nipoti. Una partenza in treno. Feltre, Gian Stefano Guerriero, Nidwalden, Stans, svizzera