beni per oltre 200 milioni al culmine di un’operazione estesa a varie province siciliane. Scinardo deve rispondere di associazione mafiosa per aver aderito alla cosca dei Rampulla di Mistretta. Quello di Scinardo è un patrimonio immenso che da tempo era finito nel mirino degli inquirenti ma molti beni risultano intestati alla moglie Nellina Letizia Deni ed al fratello Salvatore Scinardo. E’ costituito da numerose società e ditte individuali con enormi volumi d'affari, da oltre 250 immobili, tra terreni, case, ville e negozi, e poi aziende agrituristiche e vinicole, da impianti di calcestruzzi e da circa 90 mezzi tra camion, escavatori, mezzi agricoli ed automobili di grossa cilindrata. Il provvedimento è stato disposto dai giudici del tribunale di Catania su richiesta della Direzione Investigativa Antimafia di Messina. Secondo l’accusa Scinardo sarebbe stato in società in molte attività imprenditoriali con i Rampulla ed, inoltre, avrebbe ospitato nelle sue proprietà alcuni boss latitanti. L’imprenditore di Capizzi nel marzo dello scorso anno era stato arrestato dai Carabinieri del Ros nell’operazione Montagna. Con lui finirono in carcere altre 38 persone con le accuse di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni. Scinardo, per questa vicenda, è imputato davanti ai giudici del Tribunale di Patti. (fonte tempo stretto)