come una pietra in uno stagno. Sinora i comunisti italiani, che da sempre sostengono che il mancato sviluppo del capoluogo e della provincia di Messina è da addebitarsi interamente ad una “volontà superioreâ€, che non solo controlla, ma addirittura gestisce il sistema e l’economia locale, sono stati lasciati soli a combattere contro politici e uomini di punta delle istituzioni accademiche indagati, contro favoritismi perpetrati in campo scolastico e concorsuale, contro soprusi ai danni dei ceti più deboli, e, in generale, contro i poteri forti che impediscono il libero svolgimento del gioco democratico in città . L’intervento dell’Arcivescovo giunge, dunque, gradito. E’ necessario, però, che dalle parole si passi ai fatti. Occorre che anche il mondo cattolico si mobiliti seriamente contro un sistema di potere radicato, a tutti i livelli, non solo nel capoluogo di provincia, ma anche in centri come Barcellona Pozzo di Gotto, Terme Vigliatore, Castroreale, Furnari, Mazzarrà Sant’Andrea e via continuando, dove il tessuto civile è intaccato dalla presenza capillare ed inquinante della mafia. (Antonio Bertuccelli, segretario provinciale PdCI Messina)