TERMINI IMERESE (PA) – ancora una morta per cause da accertare.

In un ospedale siciliano. Indagati medici e paramedici. Morire a 32 anni, è questo il destino toccato a ad una giovane donna, che da due settimane era stata ricoverata nel reparto di psichiatria dell'ospedale Cimino di Termini Imerese, in provincia di Palermo. Ora, la procura di quel grande paese costiero, ha emesso sei avvisi di garanzia per omicidio colposo in concorso nei confronti dei medici e dei paramedici che l'hanno avuto in cura. A presentare la denuncia sono stati i famigliari della giovane. La donna, originaria di Travia, affetta da disturbi, era stata ricoverata nel reparto di psichiatria due settimane fa e sarebbe morta all'improvviso per motivi ancora ignoti dopo avere accusato alcuni malori tre giorni prima. Immediato da parte dei carabinieri che hanno aperto un’indagine, il sequestrato le cartelle cliniche al fine di accertare quanto accaduto, risposta che potrebbe essere fornita dall'autopsia prevista per oggi.

PALERMO – la squadra c’è ma va ancora amalgamata.

Questo è quando affermato dal capitano del Palermo Fabio Livarini, che prende atto delle due sconfitte con cui la squadra ha esordito prima in Coppa Italia e poi in campionato. Il tempo ancora non è stato sufficiente perché i giocatori so conoscano bene e nasca quell’affiatamento necessario a fare un vero gioco di squadra. Il vantaggio di altre squadre che sono avanti è costituito dal fatto che si conoscono meglio e quindi sviluppano un’intesa migliore, cosa che nel Palermo si sta cercando di costruire, dopo avere sostituito Amauri con Succi. Ora la squadra ha 15 giorni di temo per preparare l’incontro con la Roma e si spera che siano sufficienti per superare i gap organizzativi che inevitabilmente succedono in una compagine che è stata rivoluzionata da un campionato all’altro. Ci dispiace, continua Levarini, che sia arrivato un messaggio sbagliato alla gente, ma non è certo colpa nostra. La speranza dei palermitani è, che si possano tempestivamente superare le difficoltà del momento e che la squadra possa tornare a dare soddisfazione alla tifoseria ed alla città di Palermo.

PALERMO- Confiscati beni al figlio del boss Spera

La Dia di Palermo ha bloccato beni immobili, imprese e rapporti bancari per un valore di oltre tre milioni di euro a Giovanni Spera, 48 anni, accusato di mafia e figlio di Benedetto, uomo di fiducia di Bernardo Provengano. Giovanni Spera è ritenuto socialmente pericoloso in quanto inserito in Cosa nostra, nell'ambito della quale riveste un ruolo di assoluta preminenza. Giovanni Spera venne arrestato per associazione mafiosa e condannato in Appello a cinque anni di reclusione. Il provvedimento, emesso dai giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, su proposta del procuratore della Repubblica di Termini Imerese, ha interessato beni situati in due comuni della provincia di Palermo ed in altrettante cittadine della provincia dell'Aquila. I giudici hanno anche ordinato l'applicazione, a carico di Spera, della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno, per la durata di tre anni.