i numeri della crisi in Sicilia: Pil cresciuto negli ultimi due anni meno che nel resto del paese (0,6% contro 1,6%); consumi stagnanti; aumento del tasso di disoccupazione da 11,9% a 13% (ultima rilevazione Istat); occupazione stazionaria (il tasso femminile è di appena il 30%); perdita secca di addetti nel manifatturiero (-12 mila nel secondo trimestre 2008 al confronto con lo stesso periodo del 2007) e nel commercio (-20 mila); tasso di povertà relativa quasi al 28%; bassa offerta di servizi alla collettività e ai soggetti più deboli. "Ed è un quadro che potrebbe peggiorare - ha affermato Tripi - Ad esempio se andasse in porto la misura voluta dal ministro Brunetta di imporre agli enti locali il divieto di prorogare i contratti a tempo determinato: cosa che, ledendo peraltro le prerogative autonomiste, riguarderebbe in Sicilia almeno 15 mila persone". Ci sono poi "i tagli agli enti locali che produrranno la riduzione dei servizi" o il dirottamento dei fondi del Fas (per le aree sottoutilizzate) "per scopi che nulla hanno a che vedere con l'infrastrutturazione del Mezzogiorno".