MAFIA: VEDOVA GRASSI, STATO PURTROPPO ANCORA NON C'E'
PALERMO - 'Se lo Stato sono la magistratura, la Guardia di finanza, la polizia e i carabinieri che lottano la mafia allora e' presente, ma non e' cosi'. Lo Stato, quello che partecipa alle celebrazioni, purtroppo non c'e', e' lontano dalla gente'. Lo ha detto Piana Maisano,la vedova dell'imprenditore Liberto Grassi, durante la cerimonia a Palermo in occasione del diciottesimo anniversario dell'assassinio dell'imprenditore ucciso per essersi ribellato al racket delle estorsioni, il 29 agosto del '91. Le manifestazioni sono organizzate dal comitato Addiopizzo,in collaborazione con Libero Futuro e la Fai. Pina Maisano Grassi, assieme al figlio Davide, ha depositato una corona di fiori in via Alfieri, dove si e' svolta una cerimonia alla presenza dei ragazzi di Addiopizzo che indossavano la maglietta nera con la scritta 'un intero popolo che paga il pizzo e un popolo senza dignita''. Presenti anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e Tano Grasso.
MAFIA: MANTOVANO, SERVE REAZIONE PIU' AMPIA AL RACKET
(ANSA) - Il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano ha sottolineato la necessita' di una reazione piu' ampia al racket. Da Palermo, dove partecipera' alle commemorazioni dell'imprenditore Libero Grasso, Mantovano ritiene le nuove norme sulla sicurezza una ''svolta culturale'' perche' offrono ulteriori strumenti contro la mafia. In materia di immigrazione, Mantovano sottolinea che l'Italia sta facendo la propria parte ma commenta:''Adesso pero' deve intervenire l'Europa''
UNITA' D'ITALIA, LOMBARDO: "LA SICILIA SVOLGA UN RUOLO DA PROTAGONISTA NELLE CELEBRAZIONI"
(Adnkronos) - La Regione intende svolgere un ''ruolo di protagonista nella celebrazione'' dello storico anniversario dell'Unita' d'Italia. Lo ha annunciato il presidente Raffaele Lombardo nella risposta all'appello di ottanta tra storici, uomini di cultura e docenti universitari. Nella loro lettera gli intellettuali hanno tra l'altro auspicato che il centocinquantesimo anniversario dell'Unita' d'Italia debba costituire, nelle attuali difficolta' del rapporto tra Regioni meridionali e Stato centrale, e nonostante le sue note convinzioni al riguardo, l'occasione per una seria e oggettiva riflessione su cosa abbiano effettivamente significato e l'ingresso e la presenza della Sicilia nello Statounitario''. Nella risposta Lombardo osserva che la Regione svolgera' la propria parte promuovendo un'ampia riflessione, ''ma non tanto per riproporre i consueti rituali accademici o logore gallerie di ''eroi'' risorgimentali, quanto piuttosto come straordinaria occasione di saldare la conoscenza del passato alle sfide future a cui e' chiamata l'Italia alla luce delle riforme costituzionali''. ''L'antico Regno delle Due Sicilie - afferma Lombardo - alla meta' dell'Ottocento era uno dei piu' importanti Stati europei per taglia demografica, organizzazione amministrativa, prestigio delle Universita', cosi' come la Sicilia poteva vantare una classe dirigente ed un tradizione politico-parlamentare di alto profilo istituzionale. Il crollo del Regno meridionale nel 1860 resta ancora oggi una questione storiografica ''aperta'', che non puo' essere semplicisticamente elusa con la minoritaria spedizione garibaldina e con le astuzie diplomatiche di Cavour, cosi' come resta da spiegare la durissima svolta centralizzatrice ed autoritaria con cui fino al fascismo furono soffocate le istanze di decentramento e di self-government portate avanti dalle migliori figure e forze politiche della democrazia meridionale''.