PALERMO, IN VIA BELMONTE CHIAVELLI LA SITUAZIONE MIGLIORA. MA GLI ABITANTI INSORGONO: "CI HANNO ABBANDONATI"

Mentre nel messinese continua la conta dei cadaveri in via Belmonte Chiavelli a Palermo la situazione sta tornando lentamente alla normalità. Il tempo negli ultimi giorni è stato più clemente e gli uomini della Protezione civile insieme ai volontari lavorano senza sosta per aiutare gli abitanti della borgata palermitana. “Da due giorni lavoriamo per liberare uno scantinato da 60 centimetri di melma e detriti. – dice Giuseppe Messina, un funzionario del Dipartimento regionale della Protezione Civile – Il Comune di Ficarazzi e la Provincia di Palermo ci ha fornito delle auobotti grazie alle quali diluiremo il fango e così da poterlo pompare fuori”. Nonostante la situazione stia tornando alla normalità gli abitanti di via Belmonte Chiavelli continuano a manifestare il proprio dissenso verso le istituzioni. “Nei giorni scorsi siamo stati letteralmente abbandonati e i mezzi a disposizione si sono rivelati inadeguati - sostiene un ragazzo - Gli scantinati sono ancora allagati anche se adesso i volontari ci stanno aiutando a tirare fuori il fango (fonte: www.siciliainformazioni.it )

NASCE A PALERMO LO SPORTELLO ANTI TARSU. RINI: "SARÀ UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER TUTTI I CITTADINI"

Dopo l'annullamento da parte del Tar della delibera della giunta comunale del 2006 che dispone l'aumento del 75% della TARSU, nasce a Palermo uno sportello al quale potranno rivolgersi i cittadini che hanno pagato le somme illegittimamente richieste. A promuovere il servizio, che avrà sede in via Catania 42, è il consigliere Provinciale Antonio Rini (PdL Sicilia), insieme all’associazione "Fare città". Secondo i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale, che hanno accolto il ricorso presentato da "Assindustria", la modifica della tariffa era di competenza del consiglio comunale e non della giunta. "Il rincaro non ha tenuto conto del principio della gradualità, che è uno dei cardini della buona amministrazione degli enti locali - spiega il consigliere Rini -Abbiamo ritenuto necessario creare un punto di riferimento di consulenza legale, a cui potranno rivolgersi tutti i contribuenti per far chiarezza sulla loro posizione nei confronti del Comune richiedendo eventualmente la restituzione di quanto indebitamente percepito dall’Amministrazione, ciò in maniera del tutto gratuita - conclude - e senza alcun obbligo a carico dei cittadini". Per ulteriori informazioni si può contattare il profilo facebook "Sportello antiTarsu Palermo". (fonte: www.siciliainformazioni.it )

 MAFIA. CONDANNATO A 13 ANNI DI CARCERE L'INFERMIERE DEL BOSS PROVENZANO

I giudici della V sezione del tribunale di Palermo hanno condannato a 13 anni di carcere, per associazione mafiosa, Gaetano Lipari, accusato, tra l'altro, di essere stato, durante l'ultima fase della sua latitanza, l'infermiere personale del boss Bernardo Provenzano. L'accusa è stata sostenuta in aula dai pm della dda Nino Di Matteo e Marzia Sabella. Nei "pizzini" trovati nel covo del capomafia il giorno del suo arresto, Lipari era indicato col numero 60: 49 anni, infermiere professionale con la passione per la politica e parentele "illustri" in Cosa nostra, era uno dei pochi uomini d'onore a poter vantare di dare del tu al padrino di Corleone. A suo carico i magistrati hanno prodotto decine di lettere trovate nel nascondiglio di Montagna dei Cavalli. Dai messaggi é emerso che Lipari, cugino del consigliori economico del boss, Pino Lipari, si occupava delle esigenze mediche del latitante: dai prelievi a cui Provenzano doveva sottoporsi dopo l'intervento alla prostata subito a Marsiglia, alle iniezioni di Decapeptyl, un costosissimo farmaco di non facile reperimento, che lo stesso infermiere recuperava anche attraverso l'aiuto di farmacisti compiacenti. Eletto nel 2003 al consiglio comunale di Altavilla Milicia in una lista civica, Lipari ha lavorato come dipendente della Asl 6 di Bagheria. Dalle indagini è emerso che l'imputato aveva frequenti contatti, anche telefonici, con l'allora deputato regionale Giovanni Mercadante (Forza Italia), medico, condannato per mafia, e col nipote di Provenzano, Carmelo Gariffo. Secondo i pm, inoltre, si sarebbe pure occupato di gestire il pizzo imposto ad alcuni imprenditori edili di Casteldaccia, Villabate e Bagheria. (fonte: www.siciliainformazioni.it )