Secondo le nuove regole, le autorità nazionali continueranno a occuparsi delle attività giornaliere di gestione, ma, se confrontate a una situazione critica, potranno chiedere l'intervento della nuova Agenzia europea per la guardia costiera e di frontiera, che potrà dislocare rapidamente squadre d'intervento.
Seconso il relatore Artis Pabriks (PPE, LV): "Il regolamento dell'Agenzia europea per la guardia costiera e di frontiera renderà più sicure e meglio gestite le frontiere esterne dell'UE. Non si tratta di una bacchetta magica che può risolvere la crisi dell'immigrazione che sta affrontando oggi l'UE, oppure ripristinare completamente la fiducia nella zona Schengen, ma si tratta di un primo passo davvero necessario."
Interventi rapidi alle frontiere in situazioni di crisi
Le nuove norme prevedono che, nei casi in cui uno Stato membro si trovi di fronte ad un aumento della pressione al suo confine esterno, come una pressione migratoria sproporzionata o una forte presenza di criminalità transfrontaliera, delle squadre d'intervento rapido alle frontiere potrebbero essere utilizzate temporaneamente o su richiesta di uno Stato membro dell'UE o da una decisione del Consiglio. In particolare:
- Su richiesta di uno Stato membro: le autorità nazionali e l'Agenzia concordano un piano operativo per l'invio, entro cinque giorni lavorativi, di personale e delle attrezzature tecniche necessarie;
- Nel caso in cui uno Stato membro non attui le misure proposte dall'Agenzia o la pressione migratoria comprometta il funzionamento dei confini dell'area Schengen, la Commissione europea può presentare al Consiglio una proposta di intervento. Il Consiglio deciderà quindi sulla necessità di inviare le squadre di intervento. Il piano operativo dovrà essere poi concordato con lo Stato membro interessato e l'Agenzia prima del trasferimento in loco della squadra.
- Se uno Stato membro dovesse rifiutare un intervento deciso dal Consiglio, gli altri Stati membri dell'UE potranno reintrodurre i controlli alle frontiere interne.
Operazioni di rimpatrio
L'Agenzia dovrebbe avere un ruolo maggiore rispetto a quello odierno dell'agenzia Frontex nel rimpatrio dei migranti verso il loro Paese di origine, in esecuzione di decisioni comunque adottate dalle autorità nazionali. Tale disposizione sarà però applicabile solo quando le disposizioni per il rimpatrio saranno state ulteriormente rafforzate da garanzie sui diritti fondamentali. L'Agenzia non si occuperà del rimpatrio tra Paesi non-UE.
L'Agenzia non disporrà di guardie di frontiera proprie, ma potrà contare su 1.500 guardie di frontiera nominate dagli Stati membri. L'Italia metterà a disposizione un contingente di 125 unità.
Prossime tappe
Il testo votato dal Parlamento europeo sarà inviato al Consiglio per approvazione. La legislazione dovrebbe entrare in vigore in autunno.