residente in Regione (al di sotto della media nazionale, 5,3%). Gli stranieri residenti in Sicilia incidono per
il 2,9% sulla totalità degli stranieri residenti in Italia. Sono concentrati, prevalentemente, nella provincia
di Palermo (circa il 20,5%, un quinto del totale regionale), cui seguono Catania (18,3%), Messina (16,1%) e
Ragusa (13,8%). Le restanti province ospitano circa il 31% del totale regionale. Tra le nazionalità più
rappresentate la Romania è al primo posto (con 50.772 presenze), seguita da Tunisia (18.085), Marocco
(14.566) e Sri Lanka (13.541)1.
1 Ultimo dato disaggregato di riferimento: anno 2012.
La sola componente non comunitaria è costituita da 108.341 persone. La distribuzione su base
provinciale vede il primato di Palermo con quasi il 23% delle presenze, seguita da Catania (il 19,6%),
Messina (16,6%) e Ragusa (11,8%).
La presenza delle donne (43.364) si stima intorno al 40%, mentre i minorenni (22.689) rappresentano il
21% della popolazione.
Significativa anche la classe di età 30-39 anni (24.941), che vede una netta prevalenza numerica dei
maschi (15.398) sulle femmine (9.543). Inoltre, circa il 58% dei cittadini non comunitari è celibe/nubile.
La comunità più numerosa, è quella tunisina, il 16,7% (con 18.085 cittadini), cui seguono quella
marocchina, che incide per il 13,4% sul totale dei non comunitari (14.566), e la comunità singalese, il
12,5% (13.541).
Le nazionalità caratterizzate da una maggiore incidenza di popolazione di genere femminile sono la russa
(89,4%), l’ucraina (85%) e la brasiliana (83,9%), mentre altre sono connotate da una maggiore presenza
maschile, ad esempio la pakistana (98%), la senegalese (89,3%), l’egiziana (88,3%) e la bangladese (76%).
In generale, 50% dei non comunitari presenti in Sicilia proviene dall’Africa (54.635), oltre il 34,4% dal
continente asiatico (37.304), oltre il 10% dall’Europa centro-orientale (11.040) ed il restante 3,2% è di
origine sudamericana (3.468).
Tra i regolarmente soggiornanti, oltre il 60% è titolare di un permesso di lungo soggiorno (65.074),
mentre sono 43.267 coloro che hanno un permesso in scadenza, le cui tipologie più frequenti sono: lavoro
(27.507, con un’incidenza del 42%) e famiglia (16.060, con un’incidenza del 24,6%). I permessi per motivo
di studio hanno un’incidenza inferiore all’1% (586). I permessi riconducibili alla categoria asilo/umanitari
sono, invece, 17.898 (27,5%), circa 6000 unità in più rispetto all’anno precedente.
Nell’ultimo triennio rilevabile (2011-2013) gli ingressi di cittadini non comunitari sono aumentati di circa
3.500 unità, attestandosi nel 2014 a 15.932. Se si considerano gli ingressi annuali dal 2007, la minore
affluenza si è verificata proprio nel 2007, con 8.608 ingressi; il picco più alto si è riscontrato, invece, nel
2010, con 18.665 ingressi.
Nell’anno 2014 si tratta, in prevalenza, di ingressi di cittadini (il 77% uomini) nigeriani, pakistani, tunisini,
bangladesi.
Minori e seconde generazioni
Sono 2.100 i nuovi nati stranieri in Sicilia nel 2013 (il 4,7% delle nascite complessive in Regione), di cui
1.350 non comunitari, il 2,2% di quelli nati in Italia (con variazione annua nel triennio 2010-2013 del -1,8%
e del -7,7% nell’anno 2013 in Sicilia, a fronte, rispettivamente, del -2,8% e del -2,6% del totale dei nati
non comunitari in Italia). Nel 2014 sono, invece, 2.177 i nuovi nati stranieri, pari al 4,9% delle nascite
complessive.
Nell’anno scolastico 2013/2014 la componente straniera, 24.132 alunni (dei quali il 36,4% nati in Italia), ha
inciso per il 3% sul totale della popolazione scolastica siciliana. La ripartizione per livelli d’istruzione vede
i ragazzi stranieri distribuiti per il 17,6% nelle scuole per l’infanzia (dei quali il 68% nati in Italia), per il
34,9% nelle primarie, per il 24,9% nelle secondarie di I grado e per il 22,6% in quelle di II grado. Gli
studenti stranieri delle scuole secondarie di II grado scelgono in larga maggioranza (oltre 67,8%) istituti
tecnici che avviano immediatamente al lavoro. Gli studenti non italiani sono originari, in prevalenza, della
Romania (31,3%), della Tunisia (9,3%), del Marocco (9,1%) e dell’Albania (6,8%).
Gli studenti stranieri iscritti alle Università siciliane nell’anno accademico 2013/2014 sono
complessivamente 862, ovvero lo 0,7% del totale degli universitari regionali e l’1,2% del totale degli
iscritti stranieri nelle università italiane. Di questi, 295 stranieri sono iscritti all’Università di Palermo
(rappresentando lo 0,7% del totale), 259 a quella di Catania (0,5%) e 282 all’Università di Messina (1,1%).
Tra gli stranieri, 626 sono cittadini non comunitari. Le studentesse tra gli iscritti stranieri, sono il 58,7%
(506). Rispetto all’anno accademico precedente, tuttavia, gli iscritti stranieri sono diminuiti di 45 unità.
Sono 127 gli studenti stranieri immatricolati nell’a.a. 2013/2014, di cui 78 sono studenti non comunitari.
In Sicilia il 40% dei giovani tra i 15 ed i 29 anni sono NEET2, per un totale di 364.182 unità, e
rappresentano il 7,2% della popolazione regionale; tale tasso sale di oltre dieci punti percentuali,
superando il 50%, se si isolano la popolazione non comunitaria (10.594 i giovani tra i 15 ed i 29 anni non
comunitari che non studiano né lavorano, il 10,6% della popolazione regionale non comunitaria) e quella
comunitaria (6.580, il 10,7% della popolazione regionale comunitaria).
2 Rcfl, anno 2014.
Rispetto al genere, il 54% dei NEET non comunitari sono uomini; le donne rappresentano invece oltre due
terzi dei NEET comunitari (68,8%). Per quanto riguarda le classi di età si concentrano prevalentemente in
quella più elevata (25-29 anni), sia per quanto concerne i cittadini comunitari (52,3%), sia quelli non
comunitari (45,3%).
Il mercato del lavoro
Secondo i dati Istat (Rcfl, media annuale 2014), il tasso di occupazione (15-64 anni) della popolazione non
comunitaria è pari al 55%; un valore in linea con il dato nazionale (55,7%) e di oltre 15 punti percentuali
superiore al tasso regionale complessivo (39%). Il tasso di occupazione tra i comunitari si attesta al 45,8%.
In valori assoluti, gli occupati (15 anni e oltre) non comunitari sono 45.334, per il 66,8% uomini. Tra gli
occupati comunitari, invece, che sono 24.196, è stabilita una maggiore parità tra i generi: gli occupati
sono il 45,1%, le occupate il 54,9%.
Il tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) dei non comunitari, che si attesta al 18,7%, è sensibilmente
inferiore a quello regionale (22,2%) e tra la popolazione comunitaria scende fino al 17% (nel 2013 era al
20,4%). Il bacino degli inattivi stranieri (15–64 anni) è costituito da oltre 50mila individui, di cui 26.428
non comunitari. Le persone in cerca (15 anni e oltre), infine, sono più di 15mila, se si considerano sia i
cittadini comunitari (4.962, erano 6.054 nel 2013) sia quelli non comunitari (10.397).
Rispetto al totale degli occupati, la coorte di età prevalente sia tra i cittadini comunitari che tra i non
comunitari è quella 30-44 anni (rispettivamente il 46,8% e il 53,5%), mentre i lavoratori italiani si
collocano prevalentemente nella fascia di età 45-59 anni (42,3%). Significativa appare inoltre la
partecipazione dei giovani stranieri al mercato del lavoro regionale: il 14,6% degli occupati non comunitari
ed il 14,4% degli occupati comunitari appartengono alla coorte di età 15-29 anni, a fronte dell’11,3% degli
italiani.
La maggior parte degli occupati stranieri possiede un titolo di studio secondario, di primo grado (il 42,9%
dei non comunitari ed il 32,7% dei comunitari) o di secondo grado (il 15,6% dei non comunitari ed il 40,7%
dei comunitari). Ben il 22,7% dei lavoratori non comunitari non possiede alcun titolo di istruzione; tra i
comunitari il dato scende al 10,5%, mentre in riferimento alla popolazione italiana solo lo 0,5% degli
occupati dichiara di non possedere titoli di studio. Nell’ambito dell’istruzione terziaria, infine, il dato
regionale complessivo (19%) risulta molto superiore alla componente comunitaria (7,4%) e ancor più a
quella non comunitaria (3,5%).
Il settore di impiego prevalente tra i lavoratori stranieri è quello dei Servizi e Altri servizi, che occupa il
59,4% dei non comunitari e il 56,8% dei comunitari, in particolare in Altri servizi collettivi e personali
(50,4% dei non comunitari e 34,7% dei comunitari) e Alberghi e ristoranti (5,8% dei non comunitari e 16%
dei comunitari). Tra i non comunitari seguono poi il Commercio (19,6%) e l’Agricoltura, caccia e pesca (17,2%); quest’ultimo settore impiega il 19% degli occupati comunitari, impegnati, inoltre, nelle Costruzioni (13,7%).
In linea con i livelli di istruzione, la assoluta maggioranza dei lavoratori non comunitari appartiene alla
categoria professionale delle Professioni non qualificate (76,1%). Questa percentuale scende al 46% tra i
comunitari, che si collocano anche in categorie di media qualificazione (per il 30,2% in Professioni
qualificate nelle attività commerciali e nei servizi e per il 14% tra Artigiani, operati specializzati e
agricoltori). Poco rilevante, invece, la presenza straniera tra Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche
(1,1% dei non comunitari e 5,3% dei non comunitari), in particolare se paragonata alla popolazione italiana
(32,5%).
La maggior parte dei lavoratori dipendenti stranieri percepisce un reddito mensile inferiore a 800 euro,
precisamente il 79,8% dei non comunitari ed il 68,6% dei comunitari. Molto basse, poi, sono le percentuali
relative ai dipendenti stranieri che guadagnano oltre 1.200 euro mensili, specificamente il 3,5% dei non
comunitari ed appena l’1,7% dei comunitari.
Secondo i dati Inps sono 13.224 i lavoratori dipendenti non comunitari nel 2013, di cui 10.328 a tempo
indeterminato (per il 77,7% uomini); l’ultimo dato disponibile Inps per l’annualità 2014 registra un
incremento dei lavoratori dipendenti (13.905) accompagnato dal contestuale aumento di quelli a tempo
indeterminato (10.511). Viceversa, gli operai agricoli diminuiscono tra il 2013 (13.424) ed il 2014 (13.264,
dato provvisorio), con un’incidenza del 9% sul totale dei dipendenti non comunitari in agricoltura a livello
nazionale. Gli stagionali passano da 435 (2013) a 535 (2014, dato provvisorio), arrivando a rappresentare il
3,8% del totale regionale.
I lavoratori domestici non comunitari sono 16.999 nel 2013, per il 44,7% uomini; gli ultimi dati resi
disponibili dall’Inps registrano un calo sia in termini assoluti (15.348 nel 2014) che in termini di incidenza
sul totale regionale (dal 46,5% del 2013 al 44,2% del 2014).
Negli ultimi anni, infine, aumenta progressivamente il numero dei commercianti non comunitari, dai
10.592 del 2012 ai 12.767 del 2014 (con un’incidenza dell’8% sul totale regionale dei commercianti e del
6,6% sul totale nazionale dei commercianti non comunitari).
Dai dati delle Comunicazioni Obbligatorie si rileva che, nel corso del 2014, i rapporti di lavoro attivati
per cittadini non comunitari sono stati 35.508 (il 4,9% del totale dei rapporti di lavoro attivati in Sicilia). Il
68,8% dei contratti attivati per i non comunitari è a tempo determinato, mentre quelli a tempo
indeterminato sono il 28,9%. La maggioranza dei contratti, sia per i comunitari che per i non, è attiva nel
settore dell’Agricoltura (rispettivamente 50,4% e 52,5%); segue il settore dei Servizi (33,4% e 38,6%).
I rapporti di lavoro cessati per i non comunitari nel 2014 sono leggermente superiori alle attivazioni:
38.003, il 72,6% dei quali a tempo determinato, principalmente nel settore dell’Agricoltura (27,2%).
Secondo Unioncamere-Infocamere, nel 2014, i titolari di imprese individuali nati in uno Stato estero
all'interno della Regione sono 18.556 (+7% rispetto alla rilevazione del 2013), pari al 5,5% sul totale
nazionale degli imprenditori non comunitari, ed al 6,5% degli imprenditori attivi in Sicilia.
L’analisi sul dato dei flussi di ingresso per motivo di lavoro stagionale, in Sicilia, a partire dal 2008, rileva
una contrazione progressiva delle richieste di ingresso di cittadini extracomunitari per motivo di lavoro
stagionale. Le richieste di permessi di soggiorno nel triennio 2011-2013 sono pari al 10% delle quote
assegnate a livello regionale.
A livello provinciale, con riferimento ai flussi regolati dal DPCM 17.02.2011, si evidenza la situazione di
Messina come la provincia con il maggior numero di quote assegnate (350) che registra un tasso di rilascio
di nulla osta pari al 97% rispetto alle quote assegnate; a questo dato si contrappone una trasformazione in
richiesta di permessi di soggiorno solamente del 4% rispetto ai nulla osta rilasciati. In quasi tutte le altre
province (Catania, Enna, Palermo, Siracusa e Trapani) si assiste al fenomeno inverso: un alto tasso di
trasformazione in richiesta di permessi di soggiorno a fronte di una percentuale nettamente inferiore di
nulla osta rilasciati rispetto alle quote assegnate (quasi mai al di sopra del 30%). A livello regionale ciò si
traduce nel rilascio di un nulla osta ogni due quote assegnate (48%) e nella trasformazione di una richiesta
di permesso di soggiorno ogni cinque nulla osta rilasciati.
Con riferimento al 2012, rispetto all’anno precedente, si confermano i valori percentuali di rilascio dei
nulla osta (97%) e di richiesta dei permessi di soggiorno (4%) nella provincia di Messina, anche a fronte di
una attribuzione di quote doppia rispetto al 2011 (700 contro 350). Da evidenziare, inoltre, come sia
raddoppiato il numero di istanze presentate (pari 1.030, in controtendenza rispetto al dato regionale). Tra
le altre province siciliane si distingue la performance di Trapani, che rispetto alle 75 quote assegnate
rilascia il 99% dei nulla osta (74), con la richiesta di oltre la metà di permessi di soggiorno (55%).
Nel 2013, rispetto al biennio precedente, si assiste ad una inversione dei risultati: considerando sempre
Messina come provincia alla quale sono state attribuite il maggior numero di quote (700), si registra il
crollo di rilascio di nulla osta (82, pari all’11%), contro una trasformazione in permessi di soggiorno pari al
24%. Tra le altre province, a fronte di un numero di quote esigue, si registra una buona prestazione
complessiva, sia nel tasso di rilascio di nulla osta (superiore al 60% in tutte le province), sia nella
trasformazioni in richiesta di permessi di soggiorno. Tutte le province registrano un tasso superiore
all’80%, con l’unica eccezione di Agrigento. Ciò si traduce, a livello regionale, nel rilascio di 1 nulla osta
ogni 5 quote assegnate (22%) ed alla presentazione di una richiesta di permesso di soggiorno ogni 2 nulla osta rilasciati (54%).
Infine, con il DPCM del 2014 si registra una forte contrazione delle quote assegnate (152 rispetto alle 818
del 2013).
Nel 2014, i lavoratori dipendenti stagionali, secondo i dati Inps, sono aumentati di 100 unità, passando dai 435 del 2013 a 535, il 30% dei quali sono donne.
Il sistema di welfare33 Si specifica che i dati relativi al 2014, gli ultimi resi disponibili dall’INPS, sono provvisori.
Nel 2013, secondo i dati Inps, i beneficiari non comunitari di cassa integrazione guadagni ordinaria
(CIGO) sono stati 240, pari all’1,1% dei beneficiari nella Regione (e allo 0,3% del totale nazionale dei non
comunitari). Sono solamente 6 le donne beneficiarie. Nel 2014, con la riduzione dei beneficiari a 164 unità (3 donne), il primo rapporto percentuale è salito all’1,4%, mentre il secondo è rimasto invariato.
Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria (CIGS), nel corso del 2013 sono stati 334 i
beneficiari, pari all’1,1% del totale regionale (e allo 0,6% del totale nazionale dei non comunitari); nel 2014, con i beneficiari si sono ridotti a 89, pari allo 0,4% del totale regionale ed allo 0,2% nazionale dei non comunitari.
Nel 2013 i beneficiari non comunitari di indennità di mobilità sono stati 87 (in larga maggioranza uomini), mentre nel 2014 sono arrivati a 96. 2.030 coloro che hanno percepito la disoccupazione ordinaria (dato 2013, il 3,4% sul totale regionale e il 2,1% dei non comunitari a livello nazionale), in maggioranza uomini; i beneficiari di ASPI, 2.517 nel 2013, sono arrivati a 4.280 nel 2014, rappresentando il 3,3% del totale dei beneficiari regionali. In forte aumento anche il numero di beneficiari di Mini Aspi non comunitari, passati dagli 899 del 2013 ai 1.533 del 2014. La disoccupazione agricola (dato 2013) ha riguardato 8.068 cittadini non comunitari, in netta prevalenza uomini (9 su 10).
Nel corso del 2014 le pensioni IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) percepite da cittadini non comunitari
sono state 975 (erano 803 nel 2012 e 891 nel 2013), in prevalenza erogate a donne (553), pari al 3% del
totale per i cittadini non comunitari in Regione e allo 0,1% sul totale dei beneficiari regionali (invariate le
incidenze rispetto al 2012).
Tra il 2012 ed il 2014 le pensioni assistenziali erogate a favore di cittadini non comunitari sono
aumentate del 42,1%, passando da 1.181 a 1.678.
Il numero di beneficiari di indennità di maternità, nel 2014, è pari a 460 (in diminuzione di circa 100
unità rispetto al 2012), quello di beneficiari di congedo parentale a 230 (dato in aumento e con la più alta
incidenza nazionale di uomini, 44,3%).
Tra il 2012 ed il 2014 il numero di lavoratori non comunitari che ha beneficiato di assegni al nucleo
familiare è in diminuzione, passando dai 4.044 nel 2012, ai 3.857 del 2013, ai 3.762 del 2014.
si di integrazione
Secondo il censimento 2011, su 31.553 cittadinanze italiane acquisite in Sicilia, 19.400 sono di cittadini
non comunitari. Per il 47,3% si tratta di cittadini di origine americana (9.176 individui), per il 22,7% di
europei non comunitari, il 21,1% sono africani e il 5,2% cittadini di origine asiatica. Sono 1.126 le
cittadinanze acquisite nella sola annualità 2012 (il 2,6% sul totale nazionale), di cui la maggioranza per
matrimonio (638, l’88,9%) e per la fascia di età 40 anni ed oltre (il 47,5%).
Sono 1.079 i matrimoni misti rilevati in Sicilia (2014), in prevalenza con la sposa straniera (il 65%, per il
37% originaria della Romania); il 17,1% sono matrimoni con entrambi i coniugi stranieri (erano il 9,7% nel
2011) e il 17,8%, infine, matrimoni con sposo straniero (per l’11% originario della Romania o della Tunisia).
Secondo i dati della Banca d’Italia, le rimesse destinate oltre lo spazio europeo, sono passate dai 225
milioni di euro nel 2011 ai 138 nel 2013 (nel 2013 sono state 176 milioni) Il 21% sono di cittadini della
Repubblica Popolare Cinese (le rimesse verso la Cina sono scese da 67 milioni nel 2012 ai 29 milioni del
2013).
La spesa sostenuta dalla Regione Sicilia per interventi e servizi sociali a favore di cittadini immigrati e
nomadi nel periodo 2008-2012 è passata da 4.836.678 a 9.320.654 di euro.
Le associazioni straniere presenti in Sicilia sono 24 (l’1,1% del totale sul territorio nazionale). Il 16,7% di
esse sono costituite da cittadini tunisini, seguite da quelle senegalesi ed ucraine (entrambe su percentuali
dell’8,3%). Rilevante, inoltre, il peso di quelle pluricomunità (41,7%).
Nelle cartine seguenti è possibile visualizzare il dato relativo alla presenza di residenti non comunitari su
base comunale (in valori assoluti e in valori % rispetto alla popolazione residente).
E GEOREFERENZIATE\Sicilia\SCHEDE REGIONALI_Sicilia_Non comunitari_assoluti_definitivo.bmp
E:\MAPPE GEOREFERENZIATE\Sicilia\SCHEDE REGIONALI_Sicilia_non comunitari_percentuali_definitivo.bmp