"C'è un giudice per Salvini che ha tradito la Costituzione?"
Un appello che diventa subito virale sui social. Il giornalista e il vignettista si rivolgono al capo dello Stato, ma anche ai presidenti di Camera e Senato, all'Europarlamento, al premier, al presidente della Corte costituzionale.
Denunciando una sorta di "indifferenza a gesti che trasformano l'attività di governo in una dittatura della maggioranza" ROMA. Una lettera aperta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e a tutte le più alte cariche dello Stato. Michele Santoro e Vauro Senesi scrivono per chiedere "che le istituzioni democratiche" facciano sentire la loro voce nei confronti di Matteo Salvini. E per chiedere come mai "nessun giudice" abbia sentito il bisogno di "procedere d'ufficio" contro il ministro dell'Interno. Perché - sostengono il giornalista e il vignettista - il ministro dell'Interno ha giurato sulla Costituzione che all'articolo 54 "impegna tutti i cittadini alla fedeltà alla Repubblica". "Dunque - dicono Vauro e Santoro - non è oggettivamente accettabile che egli possa pronunciare frasi che assumono il tono di una minaccia anche nei confronti di un singolo individuo. Affermare che caccerà dal nostro Paese tutti i componenti di una etnia, segnatamente quella Rom, ma che "purtroppo quelli di cittadinanza italiana dobbiamo tenerceli" espone una intera minoranza a rischi assai gravi e viola. "Evidentemente - concludono - è intervenuta una sorta di assuefazione ai gesti che trasformano l’attività di governo in una dittatura della maggioranza, sovvertendo il principio che ogni maggioranza deve comunque sottostare alla Costituzione e non viceversa". Nel tentativo di rompere il silenzio si rivolgono dunque a Mattarella ma anche ai presidenti di Camera e Senato, all'Europarlamento, al premier, al presidente della Corte costituzionale, al procuratore della Repubblica, al presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo.