Quali prospettive alla luce del DL 113/2018
È stato presentato il 15 novembre scorso la nuova edizione dell'Atlante Sprar 2017. L'Atlante, come ogni anno contiene i dati relativi ai beneficiari accolti, agli interventi realizzati, ai servizi offerti e alle strutture rese disponibili
dalla rete degli enti locali dello Sprar. Il Rapporto restituisce il quadro di un sistema notevolmente cresciuto negli ultimi anni che integra e si connette con i sistemi di welfare territoriale. Fondamentale la collaborazione tra Prefetture ed enti locali nel favorire una integrazione fatta di numeri sostenibili, piccole strutture, lavoro in rete. Nel corso della conferenza stampa sono stati illustrati i numeri della rete Sprar, costituita ad oggi da 877 progetti territoriali di accoglienza, con 1.825 comuni interessati. I posti di accoglienza sono 35.881, di cui 3.500 per minori stranieri non accompagnati e 734 per persone con disagio mentale o disabilità. Nel corso del 2017 nei 31.340 posti disponibili sono stati accolti 36.995 beneficiari, 2.117 i nuclei familiari composti da 6.346 persone in totale. 4.584 i minori, di cui 3.127 senza famiglia (MSNA). 7.800 le persone con esigenze particolari perché vittime di tortura e di violenze, vittime di tratta di esseri umani, donne sole in stato di gravidanza, con problemi di carattere sanitario. Il 70% delle persone uscite dallo Sprar nel 2017 (oltre 9.000) ha terminato il percorso di accoglienza avendo acquisito gli strumenti per una propria autonomia. 25.480 adulti hanno frequentato almeno un corso di lingua, 15.976 un corso di formazione professionale e svolto un tirocinio formativo. 4.265 i beneficiari che hanno trovato un'occupazione lavorativa.
Vedi: Scheda di sintesi
"I dati presentati oggi confermano ancora una volta che la rete dei Comuni è, in termini di servizi, capacità di integrare, sostenibilità per le comunità residenti, di gran lunga la migliore esperienza che l'Italia abbia prodotto, oltre che una delle migliori d'Europa" ha dichiarato nel corso della conferenza di presentazione Matteo Biffoni, delegato dell'Anci per l'immigrazione. "Per questo è del tutto comprensibile e condivisibile la preoccupazione che tanti Comuni hanno espresso in queste settimane a proposito del decreto Salvini." "Gli emendamenti definiti in Commissione immigrazione di Anci" ha continuato Biffoni "pur non intaccando l'impianto complessivo, potrebbero mitigare molto l'impatto critico della riforma, perché permetterebbero ai Comuni di continuare ad occuparsi dei casi più vulnerabili nell'ambito dello SPRAR e non a esclusivo carico dei servizi locali. Ci sono ancora i margini per un miglioramento del testo in Parlamento e siamo fiduciosi in possibili aperture".
Vedi: Nota Prospettive alla luce del dl 113
"Deve essere chiaro a tutti – ha concluso il Sindaco di Prato - che i migranti lasciati senza protezione, non spariranno dal nostro territorio. Ma rischieranno di diventare irregolari, occupanti abusivi nella migliore delle ipotesi, o braccia a disposizione della criminalità, nella peggiore". Fonte: Sprar (16 novembre 2018)