Da ieri i cosiddetti “Decreti Sicurezza”, voluti e usati da Salvini come strumento di propaganda permanente e come arma di chiusura ed esclusione verso chi era costretto ad abbandonare il proprio paese,
rischiando la vita in viaggi senza tutele e talvolta senza speranza, non esistono più. Al loro posto il Governo ha approvato un nuovo provvedimento che non a caso si chiama “Accoglienza e integrazione”. Con esso vengono sanate le lesioni del diritto internazionale e dei principi costituzionali già evidenziate dal Presidente Mattarella ed eliminata la persecuzione delle ONG impegnate a salvare vite umane, alle quali, senza atteggiamenti lassisti, si danno regole precise di azione e di rapporto con le autorità marittime. Si supera l’atteggiamento persecutorio che aveva messo per strada centinaia di migliaia di persone, in regola con la vecchia normativa, con beneficio della sicurezza e della salute personale e collettiva. Soprattutto, si ripristina la rete locale di accoglienza tramite gli SPRAR, che aveva dato buone prove, e si riaprono le attività di integrazione dei migranti in regola, recuperando anche decine di migliaia di posti di lavoro per gli italiani in esse impegnati. Come eletti all’estero, avevamo sollecitato la Ministra Lamorgese a superare anche i vulnus che i Decreti Salvini avevano introdotto a danno degli italiani all’estero in materia di cittadinanza per matrimonio e di targhe automobilistiche estere. Il nuovo Decreto dà una risposta parziale, abbassando da 4 a 3 anni i termini di definizione delle pratiche di cittadinanza. Sugli altri aspetti resta il nostro impegno quando se ne parlerà alle Camere. L’Italia, dunque, su questo delicato versante, da ieri non è meno sicura, ma certamente più giusta, più solidale, più umana.