A Firenze il convegno "La cittadinanza italiana: aspetti di legittimità costituzionale" riaccende il dibattito sul diritto iure sanguinis e il contributo unificato ad personam sui ricorsi. Si è svolto a Firenze il 14 marzo scorso il convegno “La cittadinanza italiana: aspetti di legittimità costituzionale”, promosso da AGIS – Associazione Giuristi Iure Sanguinis e AUCI – Avvocati Uniti per la Cittadinanza Italiana.
Al centro del dibattito, due questioni cruciali: la legittimità della legge 91/92, che regola la trasmissione della cittadinanza per iure sanguinis, e il contributo di 600 euro ad personam per i ricorsi. Il Presidente del Tribunale di Firenze, Roberto Monteverde, ha evidenziato l’impatto della norma sul sistema giudiziario, segnalando il sovraccarico dei tribunali e anticipando possibili sviluppi giuridici sulla richiesta si pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legge 91/92 sollevata dal tribunale di Bologna. Le rappresentanti di Natitaliani, associazione nata per dare voce agli italo-discendenti, hanno denunciato il rischio che la riforma della cittadinanza comprometta un diritto storico e identitario che ha le sue radici nella diaspora italiana. Maristella Urbini ha ribadito la necessità di un confronto basato su dati reali, libero da pregiudizi e strumentalizzazioni, che sappia guardare agli Italo discendenti come una risorsa strategica per il Paese mentre Claudia Antonini portando la sua testimonianza personale ha sottolineato l’importanza di garantire agli Italo discendenti uno spazio di ascolto nel dibattito, troppo spesso segnato da stereotipi. Anche per questo ritiene che sia arrivato il momento di utilizzare un termine più appropriato per rappresentare la comunità, ossia italiani nati all'estero, per far comprendere che lo status di cittadino italiano si possiede dalla nascita mentre il riconoscimento della cittadinanza è un processo di accertamento. Critiche e analisi giuridiche Monica Restaino, presidente di AUCI, ha denunciato l'uso di linguaggio denigratorio da parte delle istituzioni, che ha distorto il dibattito rappresentando gli italo-discendenti come "approfittatori" anziché come parte integrante della comunità italiana globale. Gli esperti presenti hanno discusso i possibili profili di incostituzionalità del contributo unificato di 600 euro e le conseguenze di una revisione della legge 91/92. Il Prof. Nicola Brutti ha evidenziato come il diritto di cittadinanza iure sanguinis, radicato nella storia della diaspora italiana, non sia in contrasto con le trasformazioni sociali odierne e non debba essere limitato. L'Avv. Arturo Grasso ha sottolineato che il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis non è un procedimento amministrativo, bensì la trascrizione di un diritto già esistente. L’incontro ha confermato la necessità di un dibattito serio e approfondito, basato su competenze giuridiche e storiche, affinché il tema della cittadinanza non venga banalizzato o strumentalizzato, ma affrontato con l’autorevolezza di chi opera da anni nel settore. Cordiali saluti Francesca Liani Ufficio stampa AUCI - AGIS - NATITALIANI