Per le lavoratrici straniere, al gender gap nei salari si aggiunge un differenziale etnico. Per cui sono il gruppo che guadagna meno (6 euro l'ora, nella media): rispetto agli uomini, e anche rispetto alle donne italiane. Una ricerca quantifica la somma dei due "svantaggi", l'essere donna ed essere straniera. Settantanovemila collaboratori domestici, oltre trentaseimila assistenti familiari: oltre l’85% delle domande pervenute per la nuova regolarizzazione, prevista dal decreto n.109 dello scorso luglio e aperta fino al 15 ottobre, riguardano lavori domestici e di cura, e questo a soli tre anni dalla sanatoria ad hoc del 2009, che aveva permesso di regolarizzare quasi 300mila colf e badanti  (1). Secondo il 22° rapporto Caritas/Migrantes, i collaboratori domestici sono il gruppo più numeroso tra gli immigrati.Questi dati sono sintomatici della migrazione verso l'Italia, sempre più femminile, sempre più legata al lavoro di cura, di cui lo Stato non si è fatto carico dal momento in cui il lavoro retribuito delle donne italiane ha iniziato ad avere dimensioni importanti (seppur ancora insoddisfacenti se confrontate con gli altri paesi europei). Si tratta di una nuova tendenza che vede le donne migrare in modo indipendente e per motivi di lavoro, piuttosto che per ricongiungimenti familiari. Una tendenza che ha portato le donne a costituire il 52% di tutti i migranti in Italia (2).In Italia le responsabilità del lavoro domestico e di cura non sono state ridistribuite all'interno della coppia, né prese in carico da un welfare state, come è accaduto altrove. La maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro ha invece causato un aumento della domanda nel settore domestico, che ha costituito un fattore di attrazione per le donne immigrate, che si sono trovate a inserite e spesso restare bloccate in un settore lavorativo già in sé poco qualificato e scarsamente remunerato, oltre che socialmente poco riconosciuto.In Italia non si applica una selezione dell'immigrazone in base all’istruzione (al contrario di paesi come il Canada, il Regno Unito, etc …), eppure la maggior parte delle donne immigrate ha un buon livello di istruzione perché molte provengono dall’est Europa, dove il socialismo reale, prima del crollo, favoriva un’elevata istruzione femminile e una buona partecipazione delle donne al mercato del lavoro.Caratteristica italiana è proprio quella di richiedere agli immigrati per lo più lavori poco qualificati e poco remunerati, come già succede per le donne italiane, che rispetto agli uomini sono generalmente occupare  ad un livello inferiore della scala gerarchica e meno pagate. Perciò per le immigrate si sommano due "svantaggi", l'essere donna e l'essere straniera, con l’effetto di amplificare le scarse opportunità di mobilità sociale ed occupazionale.La domanda che ci siamo poste è: questa situazione di svantaggio, documentata già da altri studi (3), si riflette anche nei livelli salariali? Più in particolare ci siamo interrogate sulle cause del differenziale salariale che sperimentano le lavoratrici immigrate a causa della propria origine rispetto alle donne italiane (differenziale che potremmo definire “etnico”). Inoltre abbiamo analizzato il differenziale salariale delle lavoratrici immigrate rispetto agli uomini immigrati (gender wage gap). Infine abbiamo cercato di vedere in che modo il differenziale salariale etnico e di genere si sommino tra loro ponendo le donne immigrate in una condizione di doppio svantaggio.A tale scopo si sono considerati i dati resi disponibili dall’Istat (Rilevazione continua sulle forze di lavoro, 2° trimestre 2008). Si sono confrontati i salari di donne e uomini, sia italiani che stranieri, di età compresa tra i 15 e i 65 anni, con un salario compreso tra 250€ e 3000€.Le donne straniere sono il gruppo che guadagna meno: solo 830€ al mese, circa 6€ l'ora. Questi possono essere confrontati con lo stipendio mensile e orario delle donne italiane (rispettivamente 1096€ e 8.34€) e degli uomini stranieri (1118€, 6.56€). In altre parole, tenendo conto del numero delle ore lavorate, le donne straniere guadagnano il 7.4% in meno degli uomini stranieri e il 27% in meno delle donne italiane.Tab. 1. Differenziali (4) salariali grezzi delle donne immigrate
DifferenzialeDi genereEtnico
Mensile25.98%24.50%
Orario7.40%27.11%
Fonte: Istat, 2008Â