Un altro gommone con oltre cento profughi a bordo sarebbe affondato nel Canale di Sicilia. Salgono così a 330 i morti. L'imbarcazione era partita sabato dalla spiaggia di Tripoli con altri tre gommoni con a bordo almeno cento persone su ogni mezzo. Tra loro anche i 29 profughi morti assiderati dopo il soccorso della Guardia costiera a cento miglia da Lampedusa. "Non volevamo partire, c'era brutto tempo - raccontano agli operatori di Save The Children, i nove malinesi, tutti tra i venti e i trenta anni, soccorsi a bordo di un mercantile e portati a Lampedusa - Ma i trafficanti umani ci hanno costretti sotto la minaccia delle armi e non avevamo altra scelta. Siamo partiti a bordo di quattro gommoni in 460, ma uno dei gommoni, durante la traversata, è affondato e sono morti tutti i profughi a bordo. Tra loro c'erano anche tre bambini. Un altro gommone si è sgonfiato davanti e l'altro imbarcava acqua. E' stata una tragedia, non avrei mai immaginato di vivere un incubo del genere". Intanto infuriano le polemiche sull'inadeguatezza dei soccorsi. "Siamo sconvolti", sottolinea Laurens Jolles, delegato Unhcr per il Sud Europa. Jolles ricorda poi che "l'operazione Triton non ha come suo mandato principale il salvataggio di vite umane e quindi - ammonisce - non può essere la risposta di cui c'è urgente bisogno". "La macchina dei soccorsi non sta funzionando né potrà funzionare se non cambia strutturalmente l'impegno che l'Europa mette in campo: l'Operazione Triton non ha come mandato il soccorso e la ricerca in mare", dichiara Christopher Hein, direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati. "L'Agenzia Frontex si occupa del controllo delle frontiere, sono i poliziotti d'Europa, non hanno come missione certamente quella del salvataggio - sottolinea Hein - L'Europa oggi non ha i mezzi, né evidentemente la volontà politica, di mettere in atto una strategia per il soccorso in mare".(fonte: adnkronos)