141 Paesi a favore, 5 contrari, 35 astenuti: il voto all’Assemblea delle Nazioni Unite sulla risoluzione di condanna dell’aggressione russa all’Ucraina ha reso plasticamente evidente l’isolamento di Mosca a livello internazionale e mostra la distanza tra i discorsi con cui Putin tenta di giustificare l’invasione in corso e la realtà dei fatti.
Non c’era e non c’è nessuna minaccia alla Russia, non c’era e non c’è alcun appiglio al diritto internazionale cui la Russia possa fare riferimento, siamo di fronte ad una violazione palese e grave della legalità internazionale che sta provocando sofferenze, morte, distruzioni terribili. Ieri le delegazioni di Russia e Ucraina sono tornate ad incontrarsi ma non possiamo registrare nessun reale progresso nella direzione della fine della guerra. L’intesa limitata ad un cessate il fuoco temporaneo per ragioni umanitarie, certo positivo per facilitare l’uscita dei civili ucraini dal teatro delle operazioni belliche, conferma purtroppo la volontà russa di procedere nell’offensiva e nell’invasione. E il bombardamento nella notte della centrale nucleare di Zaporizhzhia – sfiorando una catastrofe evitata per pura fortuna – sembra indicare la volontà di Putin di prendere il controllo di infrastrutture strategiche dell’Ucraina. I cittadini italiani ed europei guardano a questi avvenimenti con crescente angoscia e preoccupazione. Vedere donne, bambini, anziani cercare di fuggire dalle bombe, mentre salutano alle stazioni dei treni o degli autobus mariti e figli maschi che restano per combattere, sta provocando un’enorme ondata di solidarietà. Accanto alle scelte dei Governi e delle Istituzioni europee – che con sanzioni pesanti, aiuti finanziari e supporto militare si sono schierati compattamente a fianco dell’Ucraina aggredita – vediamo una grande mobilitazione per la fine della guerra e a sostegno del popolo ucraino che soffre. Questo ci incoraggia ad andare avanti, a continuare a lavorare in ogni ambito per costringere Putin a fermare la guerra e a tornare alla trattativa, al negoziato. Con gli alleati Nato e con l’Unione Europea non dobbiamo lasciare nulla di intentato per far cessare le ostilità: fermezza nella condanna dell’aggressione e impegno per evitare ogni allargamento del conflitto. Per questo è stato giusto oggi dire di no alla istituzione di una “no fly zone” che rappresenterebbe oggettivamente un fattore di escalation. Come è stato con il Covid 19 anche questa volta l’Europa – di fronte ad una crisi drammatica e per molti aspetti inaspettata – ha dimostrato di saper essere determinata ed unita e di essere pronta a fare scelte prima impensabili: sulle sanzioni, sul supporto militare e finalmente ieri con l’attivazione per la prima volta della Direttiva 55 del 2001 che prevede di concedere una Protezione umanitaria temporanea a tutte le persone stabilmente residenti in Ucraina che cerchino rifugio nei Paesi dell’Unione. Una decisione storica, che speriamo segni una svolta più complessiva sulle regole europee in materia di immigrazione ed asilo. I numeri della tragedia ucraina sono impressionanti: alla incerta contabilità dei morti e dei feriti, alle agghiaccianti immagini delle città distrutte si aggiungono già oltre un milione di profughi. Siamo di nuovo di fronte ad un’enorme emergenza umanitaria, nel cuore dell’Europa. L’Italia sta facendo e farà la sua parte. Il Governo ha approvato un decreto per l’emergenza Ucraina e tutte le strutture sono mobilitate: in prima fila l’Unità di Crisi della Farnesina accanto alla Protezione Civile, la Cooperazione Italiana accanto alle Organizzazioni Umanitarie Internazionali, il Ministero dell’Interno, quelli della Salute, del Lavoro, dell’Istruzione accanto alle Regioni e ai Comuni per gestire il flusso dei profughi in arrivo destinato ad aumentare nei prossimi giorni. Sono in corso riunioni con le Associazioni del Terzo Settore, con le Organizzazioni della Società Civile, con il mondo del Volontariato cattolico e laico per cercare di coordinare al meglio gli sforzi di tutti. Dopo aver accolto la richiesta di un supporto al budget immediato da parte del Governo ucraino per una somma di 110 milioni di Euro, come Ministero degli Esteri e della Cooperazione stiamo intervenendo con l’invio di materiali umanitari e definiremo nei prossimi giorni il nostro contributo ai Piani di risposta che stanno predisponendo le Agenzie delle Nazioni Unite e il Movimento Internazionale della Croce Rossa per aiutare gli sfollati e i rifugiati anche nei Paesi limitrofi. Coinvolgeremo in questi passaggi le Organizzazioni della Società Civile italiana, a cominciare da quelle già presenti nella regione e impegnate nella protezione e nell’aiuto alle persone più vulnerabili a cominciare dai bambini e dalle bambine. Insomma non ci volteremo dall’altra parte, non possiamo farlo. Difendere i principi e i valori della democrazia e della libertà significa anche essere capaci di tradurli in solidarietà e accoglienza verso un popolo che oggi soffre senza colpa, pensando anche a quella grande comunità ucraina che da tempo vive in Italia, spesso occupandosi con dedizione delle nostre persone più fragili. 4 marzo 2022