di Mimmo Guaragna (foto accanto) - Anche nel più piccolo dei nostri comuni da decenni risiede almeno una signora arrivata dall’Ucraina dopo la caduta del Muro di Berlino, per definirle ci siamo inventati la parola “badante” e non ci siamo preoccupati delle loro sofferenze e dei loro pianti.
Attivare la pratica dei gemellaggi facendo delle “badanti” le protagoniste della storia è l’opzione più seria, più intelligente, più genuina per rispondere alla richiesta di Europa che ci invoca il popolo ucraino
LE GUERRE, LA PACE E I GEMELLAGGI - Più i tamburi di guerra si fanno assordanti, maggiore è la necessità che la vocina di chi vuole la pace si possa sentire. Ci hanno provato una cinquantina di italiani aderenti al Movimento Europeo di Azione Nonviolenta (MEAN) il 10 e l’11 luglio che a Kiev hanno incontrato diversi rappresentanti di alcune associazioni della società civile ucraina. Nel Palazzo di Città ha avuto luogo un convegno con la partecipazione del Sindaco e del Nunzio Apostolico; successivamente nei vari gruppi di lavoro si sono affrontate diverse questioni. Riportiamo un suggerimento che potrebbe interessare i nostri sindaci. E’ disposto qualche paese lucano a gemellarsi con un comune dell’Ucraina? Anche questo sarebbe un modo per contribuire alla pace e per attrezzarsi in vistadella ricostruzione che speriamo possa avviarsi quanto prima e realizzarsi con modalità trasparenti. Diversi nostri comuni già in passato hanno praticato i gemellaggi, lo attestano i cartelli stradali all’inizio dei centri abitati. Un gemellaggio in più non sarebbe una novità, però in questo caso potrebbe assumere un significato e un valore molto importante. Il MEAN insieme alle ACLI, al MoVI e alla FILEF regionali garantiscono la piena collaborazione e l’adeguato sostegno. Il Sindaco di Kiev ha inviato un messaggio all’Associazione dei Comuni Italiani manifestando grande interesse per questa proposta. Sottoscrivere un protocollo tra due sindaci, stappare una bottiglia di spumante e collocare un cartello stradale non richiede molta fatica, però se ci si limita a questo sarebbe meglio lasciar perdere e occuparsi d’altro. Il MEAN propone una pratica più impegnativa, più lunga e per certi versi anche incerta in quanto non si rivolge soltanto agli amministratori, ma vorrebbe che le persone in quanto tali fossero le protagoniste. Sarebbe un segnale ben diversose la deliberazione votata dal Consiglio Comunale rispondesse ad una esplicita richiesta dei cittadini espressa in una assemblea popolare e attraverso una raccolta di firme. E’ in queste sedi e con questi metodi che cresce la partecipazione e la coscienza democratica. Quali cittadine e quali cittadini vanno coinvolte in questa impresa? Tutte e tutti. Anche nel più piccolo dei nostri comuni da decenni risiede almeno una signora arrivata dall’Ucraina dopo la caduta del Muro di Berlino, per definirle ci siamo inventati la parola “badante” e non ci siamo preoccupati delle loro sofferenze e dei loro pianti. Attivare la pratica dei gemellaggi facendo delle “badanti” le protagoniste della storia è l’opzione più seria, più intelligente, più genuina per rispondere alla richiesta di Europa che ci invoca il popolo ucraino. Nei nostri comuni non sono immigrate soltanto le “badanti” ucraine e sulla faccia della Terra non si combatte soltanto dalle parti del Don; le nostre coscienze prima o dopo dovranno fare i conti con i tanti conflitti armati sempre dalle stesse mani e istigati sempre dalle stesse menti, conflitti dimenticati e rimossi con tante vittime innocenti che non sappiamo e non vogliamo aiutare. Morire sotto le bombe o negli agguati in Africa, in Ucraina, nello Yemen, in Colombia o in Palestina non cambia la gravità dell’assassinio. C o n t e m p o r a n e a m e n t e all’avvio del processo dei gemellaggi con l’Ucraina si potrebbe anche pensare ad analoghi gemellaggi con l’Africa e con gli altri continenti. Allargare l’orizzonte e il campo di azione farà bene innanzi tutto ai nostri amici ucraini: non si entra in Europa per poi sbattere la porta in faccia a chi è rimasto fuori. Proviamo a familiarizzare con l’idea che l’Europa possa arrivare fino a Vladivostok; perché non mettere in cantiere qualche gemellaggio con la Terra di Russia? Il Padreterno non si è sognato di collocare i mascalzoni tutti su un versante e i buoni sul lato opposto. Ultima e non secondaria istruzione per l’uso. Poiché a fare i furbetti ci si prova sempre, il gemellaggio potrebbe diventare per il sindaco e la sua corte di assessori e consiglieri insieme alle rispettive consorti, l’occasione per farsi un viaggio a sbafo con i soldi del contribuente. Una volta tanto si dia il buon esempio: il viaggio se lo paghino con il proprio portafoglio, a meno che non dimostrino che il loro reddito è inferiore alla pensione minima di un coltivatore diretto (Mimmo Guaragna)