(SA) - Non v’è dubbio, che la Russia va condannata per il suo tentativo di affermare la legge del più forte e non quella delle istituzioni internazionali e della collaborazione tra gli stati autonomi e sovrani. Ci sono però alcune cose che vanno puntualizzate, prima fra tutte la condotta di una Europa

che non ha ancora preso coscienza del tutto del ruolo che può e deve ritagliarsi all’interno di un mondo che cambia molto in fretta. Si parla tanto della opportunità di infliggere le sanzioni alla Russia, che sta cercando invece di condurci alla terza guerra mondiale. Una guerra combattuta senza esclusione di colpi e senza andare troppo per il sottile nella scelta delle armi, pur di raggiungere l’obiettivo prefissosi che è quello di cancellare dalla carta geografica oggi l’Ucraina, domani non si sa. Quella che però dobbiamo chiederci è: come mai l’Europa non ha preso in considerazione il fatto che per oltre il 40% dell’energia dipende dalla Russia? Eppure avrebbe avuto tutto il tempo per staccarsi e forse avrebbe anche potuto evitare la stessa guerra. Forse a questo punto è bene fare un poco di storia. Le prime avvisaglie si ebbero nel marzo del 2014, esattamene il 18 marzo, quando la Russia dopo avere occupato la Crimea, con una farsa di referendum, con il 95,32% di SI, ottenne l’annessione dell’isola. Ancora il 6 aprile sempre del 2014 ha inizio la guerra del Donbass dove pigliano forma le due repubbliche in seguito riconosciute solo dalla Russia che servirono da scusa per la guerra in corso. Forse era il caso che già allora, quando erano chiare le mire della Russia ei Putin, di cominciare a pensare a fonti di energia che affrancassero l’Europa dal gas e dal petrolio russo. Come si fa a pensare che si decidono le sanzioni e che non debbono suscitare reazioni. Uno come Putin che ha dato ampia dimostrazione di arroganza e di atteggiamenti dittatoriali che nulla hanno a che vedere con la democrazia che si applica nel mondo occidentale. Forse è pure bene chiedersi che sta ricevendo profitti da questa guerra che vede la NATO intervenire ma non ufficialmente e l’America che continua a sostenere una guerra condotta per delega, con l’ausilio dell’esercito ucraino. Intanto, l’America ha raggiunto obiettivi interessanti: continua a foraggiare l’industria delle armi; accumula superprofitti dalla vendita del gas liquido all’Europa a prezzo di mercato; è riuscita a portare l’euro sotto la parità con il dollaro. Non sono cose di poco conto. Ora se è chiaro che dobbiamo aiutare l’Ucraina che oggi rappresenta la porta dell’Europa, quella porta che Putin vuole forzare per avere campo libero nel mare d’Azov e nel Mar Nero per tagliare fuori l’Ucraina dallo sbocco al mare per poterla meglio controllare è pure chiaro dobbiamo pure fare uno straccio di politica europea che non sia del tutto appiattita sulla politica americana e sulla nato. L’Italia in tutta questa vicenda è la più coinvolta ed è quella che rischia di più. Credo sia ora che si dica all’America di non lucrare sulla guerra a danno di una Europa che si è sempre dimostrata ossequiosa e disponibile a farsi carico di problemi che potrebbero non appartenerle. È ora di dire all’America, che il suo gas, ad esempio non è giusto che segua il mercato, ma deve invece servire a calmierarlo, così come non sarebbe male se intervenisse nei confronti dei paesi produttori di petrolio arabi, per aumentare la produzione e fare abbassare il prezzo alla pompa. Solo così si può alleviare il peso di una guerra che diventa sempre più pesante con un Putin che ad oltranza vuole condizionare la vita di tutta l’Europa usando spregiudicatamente il gas come arma di ricatto. Ora entra nella guerra anche il grano che minaccia di bloccare. Avrà davvero anche la spregiudicatezza di andare ad un referendum per l’annessione dei territori occupati? Che fine farebbe in questo caso la centrale nucleare e l’intera Ucraina, che vuote traghettare tutta in territorio russo? Avrà l’Europa, la Nato, l’America la forza di impedire questo scempio storico che porterebbe solo ad affermare la predominanza della legge del più forte sulla legge delle istituzioni e degli accordi internazionali sui quali fino ad ora si è retta la convivenza tra gli stati?

Salvatore Augello 08 settembre 2022