Maastricht - “La risposta alla stessa sfida migratoria, infatti, avrà successo soltanto se sorretta dai criteri di solidarietà all’interno dell’Ue e di coesione nella risposta esterna e da una politica lungimirante nei confronti della regione africana. Mentre intensifichiamo il dialogo con i Paesi terzi di origine e transito dei migranti,
dobbiamo lavorare affinché i principi di coordinamento e di responsabilità condivisa tra Stati Membri guidino la risposta comune a un fenomeno determinante per le nostre stesse prospettive di crescita”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in occasione dei trent’anni del Trattato sull’Unione Europea ha tenuto l'11 novembre a Maastricht una prolusione all’House of Government sulle prospettive dell’Europa. Il capo dello Stato, inoltre, ha sottolineato la necessità di “proseguire in una riflessione rigorosa sugli strumenti a nostra disposizione per garantire sicurezza e stabilità al nostro Continente. Cioè, in altre parole, identificare obiettivi comuni di politica estera e di difesa che rendano concreta la prospettiva di un’autonomia strategica dell’Unione Europea”, in quanto “l’autonomia strategica è base necessaria di quella sovranità comune che ho richiamato poc’anzi e che rappresenta il presidio della nostra libertà e dei nostri valori: pace, democrazia, solidarietà. Tanto più oggi, di fronte alla grave crisi di sicurezza che l’Europa sta attraversando”. “Occorre ripensare le scelte di politica energetica” ha affermato inoltre il capo dello Stato, evidenziando che “sarebbe inutile elencare in dettaglio fragilità europee che questi mesi di guerra hanno abbondantemente evidenziato, con gravissime conseguenze economiche e sociali per i nostri popoli. Non è il momento delle esitazioni né delle scelte egoistiche – ribadisce Mattarella - Al contrario, i bisogni cui far fronte sono tali da richiedere coraggio e determinazione. Vanno nella giusta direzione i progressi compiuti nelle ultime settimane, a cominciare dalla decisione di definire un tetto al prezzo del gas che ha già contribuito alla discesa dei prezzi dell’energia”. “Al contempo – aggiunge - ripensare la politica energetica dell’Unione significa stimolare la ricerca di nuove fonti e nuovi approvvigionamenti in linea con i nostri valori, con i nostri interessi, con le scelte già compiute nell’ambito del Green Deal e con i nostri obiettivi di politica estera”. Parlando in generale del processo di costruzione europea, Mattarella ha evidenziato che “nessuno potrebbe sorprendersi di fronte all’affermazione che l’Unione Europea non è perfetta. Da settant’anni è un cantiere permanente, da alimentare ogni giorno grazie al contributo di tutti”. E, avverte il capo dello Stato, gli “appuntamenti con la storia non possono essere evasi. Abbiamo il dovere di domandarci se siamo stati all’altezza delle prove che l’Unione Europea ha incontrato sul suo cammino. In cosa e quando abbiamo sbagliato? Siamo stati poco disponibili, avari nell’impegno? Abbiamo osato troppo poco? Rischiamo di andare indietro, di ridimensionare le nostre ambizioni ben oltre quello che la crescita di altre aree sta naturalmente determinando? Ancora, cosa vogliamo fare di noi stessi, di noi europei? Quali traguardi ci suggerisce la civiltà di cui siamo orgogliosi portatori e testimoni? Come trent’anni addietro, in realtà, ci è richiesto un salto di qualità. Abbiamo bisogno oggi di scelte coraggiose e lungimiranti. Rinunciarvi significherebbe evadere dalle nostre responsabilità; rassegnarci all’irrilevanza. Occorre - afferma il capo dello Stato - compiere queste scelte e individuare strumenti adeguati”. (NoveColonne ATG)