Ripigliamo la pubblicazione della pagina locale, con l’obiettivo di studiare le nostre zone e di proporre alcune ipotesi di un possibile sviluppo di cui queste terre hanno impellente necessità se si vuole creare la premessa per una inversione di tendenza, che al momento produce solo una progressiva perdita di popolazione. Già altre volte ci siamo sporadicamente occupato di questo problema,

ora vogliamo farlo in maniera più sistematica nella speranza di individuare soluzioni che possano aiutare queste zone a tornare a produrre economia e la voro. Nella odierna riflessione, voglio affrontare il problema della viabilità che è un fattore imprescindibile se si vuole avviare lo sviluppo di una zona. Questa nostra zona della Sicilia interna, non è certo servita da un sistema viario che faciliti la mobilità di persone e merci. L’unico asse viabile di un certo rilievo oggi è costituito dalla SN 640 che collega Agrigento e Caltanissetta all’autostrada Palermo Catania che speriamo venga completata quanto prima e che rappresenta una buona occasione di sviluppo della zona industriale di contrada Grottadacqua che in passato ha avuto maggiore fortuna e che ora non trova investitori interessati. Penso si debba vedere intanto la perimetrazione esatta e la possibilità di attrezzare quella zona lottizzando ove possibile e attrezzandola delle necessarie infrastrutture e degli indispensabili servizi, quali acqua, gas, centro direzionale ecc., riqualificando gli scheletri ed i capannoni dismessi e inutilizzati. Si è tanto parlato di strada di collegamento tra la SN 640 e la zona artigianale di contrada Bandato che arriverebbe anche in paese, ma ancora oggi non c’è traccia di questi lavori. Che dire poi della strada provinciale che da Serradifalco collega il Vallone allo scorrimento veloce Agrigento Palermo? Un insieme di curve e di buche che rendono un’avventura percorrerla o della provinciale che passa dalla ex zona mineraria per arrivare a Mussomeli? Sono tutti elementi che inducono ad una riflessione seria sul destino di queste zone. Non è certo possibile parlare di ripresa economica se prima non si riesce ad avere la possibilità di disporre di una viabilità degna di questo nome. Una viabilità ottimale, sarebbe il primo passo verso una possibilità di ripresa, un incentivo a creare una piccola industria magari artigianale, un migliore uso dei terreni agricoli e di pascolo. Sarebbe possibile avviare un minimo di industria di trasformazione, una possibilità di utilizzo delle attrazione turistiche che ci sono, quali ad esempio archeologia minerario, il castello di Mussomeli, il lago soprano di Serradifalco, la zona archeologica di Milena, l’osservatorio di Montedoro e tante altre cose che vi sono e che possono essere oggetto di un turismo tematica e naturalistico. Di una possibilità di probabile sviluppo ne parleremo in una prossima volta, perché l’idea è quella di rendere questa rubrica settimanale con lo scopo di approfondire uno studio accurato di questo nostro territorio che da quando è finita l’industria mineraria, non riesce a risollevarsi da una china che lo porta sempre più ad annegare in un mare di povertà. (continua) Salvatore Augello 04 settembre 2023