Il ministro dell’economia Daniele Franco l’aveva definito «la più grande truffa nella storia della Repubblica» il Superbonus edilizia che garantisce il 110% di contributi per ristrutturare edifici e villette. Una misura cara ai 5 Stelle, che ha subito una battuta d’arresto dopo la decisione del governo di bloccare le cessioni multiple del credito.
Tutto si era bloccato, a causa delle frodi sul Superbonus scoperte dalle procure di mezza Italia con sequestri per 2,3 miliardi di euro. Ma le somme oggetto d’indagine, secondo il ministro Franco, sono molto più alte, 4 miliardi di euro, tant’è che l’ha definita la truffa più grande nella storia della Repubblica. Per i 5 Stelle invece le cose non stanno proprio così, e le frodi scoperte nell’ambito del Superbonus 110 sono molto meno. «Stiamo drogando un settore in cui l’offerta di imprese e manodopera è limitata. Stiamo facendo salire i prezzi e contribuiamo all’inflazione» erano state le parole del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Ma il settore delle costruzioni dopo lo stop alle cessioni del credito aveva subito una brusca battuta d’arresto. Cantieri fermi e di nuovo tanta incertezza che aveva ripreso a camminare dopo il primo anno di pandemia. Da qui si è arrivati ad un compromesso, a nuove misure in grado di garantire lo sblocco dei cantieri e delle cessioni del credito che saranno più controllate e sanzioni più severe per tecnici e imprese che tentano beccati con le mani nella marmellata. Le nuove regole stabilite dal Governo concedendo le cessioni fino a un massimo di tre volte e prevedendo limiti e sanzioni più dure per chi truffa lo Stato. Non si potranno effettuare più di tre cessioni del credito, in più il nuovo decreto introduce il bollino identificativo dei crediti ceduti che dopo il primo dovranno essere indirizzati esclusivamente a banche, assicurazioni o società finanziarie vigilate e non potranno essere costituiti da quote dell’importo totale. Secondo le nuove regole, dunque, se il committente cede il credito a un soggetto, quest’ultimo potrà rigirarlo solo a una società vigilata, che sia un banca, assicurazione, finanziaria iscritta all’albo, che a sua volta potrà effettuare una sola ulteriore cessione a un’altra società vigilata. Allo stesso modo se, invece, si decide di fare ricorso allo sconto in fattura dall’impresa che effettua i lavori, l’azienda potrà cedere solo a un soggetto vigilato che potrà cedere il credito a un altro soggetto vigilato, senza la possibilità di continuare la catena. Per quanto riguarda la certificazione di costi gonfiati o inesistenti, il decreto prevede inoltre per i tecnici che producono informazioni false sui requisiti del progetto, nelle asseverazioni necessarie per ottenere i bonus edilizi, o attestano falsamente la congruità delle spese, la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 50 mila a 100 mila euro “se il fatto è commesso al fine di conseguire un ingiusto profitto per sé o per altri la pena è aumentata”. Un compromesso, dicevamo, per far ripartire il settore edile. Anche in Sicilia, dove con l’impulso del “Superbonus 110%” gli investimenti sono cresciuti fino al 98%, la quota derivante dal “Superbonus” è del +66%. A rilevarlo è l’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia, secondo cui il raddoppio dell’attività si è tradotto in una crescita del valore aggiunto del settore pari al 5%; analogamente, si è avuto un effetto volano sull’occupazione nel comparto che, nel trimestre giugno-agosto del 2021, è salita di circa 10mila unità. Altrettante unità dovrebbero essere assunte entro il prossimo mese di aprile, una volta superato il blocco di gennaio per le restrizioni anti-truffa. Gli investimenti ammessi a credito fiscale nell’Isola, registra l’Osservatorio di Confartigianato, sono stati per 268 milioni ad agosto 2021, 389 milioni a ottobre, 529 milioni a dicembre (+182% su novembre); a gennaio la battuta d’arresto con 307 milioni (-42%) e la preoccupazione che era stata espressa da Confartigianato regionale di 9mila posti di lavoro a rischio a causa del blocco dei cantieri in corso e nuovi. Rischio che ora dovrebbe essere scongiurato.