ROMA – Si è tenuta nei giorni scorsi una nuova videoconferenza organizzata dal CGIE, insieme ai Comites, per organizzare i soccorsi umanitari nelle zone di guerra e l’ospitalità dei rifugiati in fuga dall’Ucraina. A quasi due settimane di distanza dalla riunione in videoconferenza organizzata dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero
con i nuovi Comitati degli Italiani all’Estero di Bucarest, Budapest, Mosca, Praga, Varsavia, Vienna e Tunisi, è risultato opportuno acquisire informazioni dirette per organizzare, in maniera sistemata, coordinata e mirata, gli aiuti alle persone ucraine in fuga dalla guerra, che in modo esponenziale si sono riversate alle frontiere e nei Paesi limitrofi. Il Segretario Generale del Cgie Michele Schiavone ha definito quanto sta accadendo in Ucraina una stortura rispetto all’idea di pace e democrazia cui siamo stati abituati in Europa. “La pace conosciuta negli ultimi 70 anni è un obiettivo da tenere sempre in vista. Dispiace davvero quanto sta accadendo: la reazione dei Paesi liberi dell’Europa occidentale è stata immediata nelle forme più diversificate, dall’ospitalità all’invio di beni di prima necessità”, ha rilevato Schiavone auspicando un coordinamento tra Comites, soprattutto quelli dei Paesi limitrofi ai luoghi del conflitto. In questa vicenda, Cgie e Unità di Crisi stanno monitorando l’evolversi degli eventi. “Oltre agli italiani che vivono in Ucraina e non sono pochi, ci sono parecchie famiglie miste che desiderano tornare a casa. La questione di fondo resta però l’aspetto bellico che non è mai strumento atto a redimere i problemi tra popoli”, ha spiegato Schiavone rivolgendo un ringraziamento anche all’ANCI presieduto da Enzo Bianco, per l’impegno profuso nell’ospitalità, e Piero Marrese in rappresentanza delle Province Italiane. “Occorre adottare e condividere best practice: servirebbe una regia all’interno della Farnesina cui potersi rivolgere, da parte dei Comites e delle associazioni, affinché se ne possano così agevolare le iniziative”, ha evidenziato Schiavone ricordando la fragilità di molte fasce della popolazione italiana all’estero che potrebbero subire delle conseguenze dalle sanzioni. “E’ una guerra che coinvolge tutti noi e ritengo sia necessario coordinare un impegno totale con i Comuni. Abbiamo chiesto al Governo di poter lavorare su un unico tavolo nazionale. Abbiamo messo in campo un supporto anche amministrativo rendendo le procedure più agevoli: dalla tutela sanitaria all’attività scolastica”, ha spiegato Piero Marrese. La senatrice eletta nella ripartizione Europa Laura Garavini (IV) ha richiamato la necessità di coordinamento in questa mobilitazione verso quanto sta avvenendo in Ucraina: “è un frangente drammatico e sono pertanto significative l’apertura e la disponibilità messe in campo dal nostro Paese anche attraverso l’azione dei Comites nelle zone limitrofe”, ha spiegato Garavini esprimendo soddisfazione per il supporto materiale. “Profonda gratitudine per le iniziative concrete messe in campo dai Comites e grazie anche al Cgie”, ha sottolineato la senatrice evidenziando la possibilità di finanziamenti ad hoc per singoli progetti che potrebbero trovare il sostegno parlamentare. Silvia Rosato (Presidente Comites Polonia) ha parlato di grande evoluzione nelle ultime settimane sul fronte dei sostegni all’Ucraina, anche sul fronte dei trasporti per chi avesse esigenza di recarsi in Italia ad esempio per i ricongiungimenti. “Ora abbiamo rifugiati che non hanno destinazioni e occorre convincere e assicurare queste persone”, ha spiegato Rosato. Roberto Massa (Presidente Comites Repubblica Ceca) ha ricordato come finora nel territorio ceco siano stati accolti 270mila profughi: quasi la metà sono minorenni e per il restante molte sono donne. “Adesso bisogna passare a una fase di gestione che prevede l’inserimento di queste persone nel tessuto sociale”, ha spiegato Massa. Maurizio Sauli (Presidente Comites Ungheria) ha parlato di un’assistenza ben organizzata da parte del governo ungherese, simile a quanto già riferito dalla Repubblica Ceca. Sauli ha segnalato la necessità di un coordinamento istituzionale. “Non abbiamo una rete, ci muoviamo insieme ai volontari sul territorio”, ha spiegato il rappresentante del Comites. Massimo Marengo (Presidente Comites Mosca) ha sottolineato la necessità di attenzionare le comunità italiane all’estero soprattutto quelle in Russia, Bielorussia e gli italiani rimasti in Ucraina: comunità che possono risentire degli effetti delle sanzioni o di altri effetti collaterali. Marengo ha ricordato per esempio i problemi nell’assistenza sanitaria per gli italiani iscritti Aire che rientrano oppure le questioni con gli istituti bancari dovute ai blocchi. Marta Mauro (Comites Austria) ha evidenziato che al momento sarebbero 3-4mila i rifugiati ucraini, molti dei quali però vorrebbero transitare in altri Paesi UE. Parlando di reti, Mauro ha sottolineato l’importanza delle sinergie messe in campo dal Cgie. Padre Antonio Grasso (Mci Svizzera) ha ricordato l’impegno delle missioni cattoliche e delle comunità italiane nella raccolta di materiale medico; non manca il coordinamento anche per il reperimento di alloggi. “In Svizzera ci sono intorno agli 8mila richiedenti asilo, ma nelle prossime settimane si stima l’arrivo di circa 30mila profughi”, ha rimarcato Padre Grasso. Marco Kalla (Comites Nizza) ha ricordato la particolarità di Nizza: la vicinanza con il Comites del Principato di Monaco, il quale è presieduto da Ezio Greggio che si è già molto attivato. Gianni Calderone (Presidente Comites Romania) ha sottolineato come si stia parlando dell’esodo più grande dal secondo dopoguerra. “C’è bisogno di medicinali e beni di prima necessità. Saremmo disposti a portarli direttamente in territorio ucraino attraverso le associazioni umanitarie”, ha rilevato Calderone. Diego Renzi (ex Presidente Comites San Marino) ha proposto l’idea di un fondo di solidarietà per chi all’estero volesse aiutare, assumendo, quanti stanno andando via da quelle zone e non necessariamente ucraini ma ad esempio anche russi o bielorussi che non accettano quanto sta avvenendo in Ucraina: in questo senso i Comites potrebbero fungere da antenne per le istanze che venissero avanzate. Anna Putrino (Comites Zurigo) oltre alla raccolta fondi ha ricordato le richieste di cittadini italiani pervenute resisi disponibili per una spedizione ai confini dell’Ucraina per portare i profughi in Svizzera. Gianluca Lodetti (CGIE- INAS) si soffermato sui pagamenti delle 4.400 pensioni erogate dall’Inps in Ucraina e sulla decisione di prorogare la campagna di esistenza in vita. (Inform)