Il Presidente del Senegal Macky Sall, ora presidente di turno dell’Unione Africana, ha ripetutamente ringraziato l’Italia in questi due giorni a Parigi, in occasione della Conferenza Ministeriale dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, da non confondere con Osce…).
Avendo la responsabilità di presiedere questo importante appuntamento annuale, il nostro Governo ha infatti proposto e organizzato un momento di dialogo e confronto con l’Unione Africana, rappresentata, oltre che dal Presidente Macky Sall, dal Commissario all’Economia Albert Muchanga e dalla Vice Presidente della Commissione Monique Nsanzaganwa. Sin dall’apertura da parte del Presidente Draghi, passando per la sessione sul partenariato per lo sviluppo introdotta dal Ministro Di Maio, fino al Forum economico tra Unione Africana e OCSE alla quale ho partecipato, il tema della collaborazione e del confronto con l’Africa ha rappresentato il cuore di queste giornate. Con grande franchezza e forza il Presidente Macky Sall ci ha incoraggiato a proseguire lungo la strada del dialogo con l’Africa, sollecitandoci ad abbandonare stereotipi, a non dimenticare la storia coloniale e post-coloniale del continente africano ma anche a discutere e cambiare alcuni parametri finanziari che rendono particolarmente difficili gli investimenti nei Paesi africani, come i criteri per la valutazione del rischio e il tetto per l’indebitamento. Le priorità, le sfide che dobbiamo affrontare sono note: combattere la fame e l’insicurezza alimentare che la guerra in Ucraina sta aggravando drammaticamente; contrastare il cambiamento climatico che sta producendo carestie e conflitti in tutto il continente; contenere la minaccia terroristica e le guerre che insanguinano ampie regioni del continente; proteggere i diritti umani e la salute di tutti, a cominciare dai gruppi più vulnerabili. Sono gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 ma anche quelli dell’Agenda 2063 dell’Unione Africana. Sono anche le priorità della politica estera e di cooperazione italiana: promuovere un’agricoltura moderna e inclusiva, sistemi agro-alimentari sostenibili e resilienti; supportare il settore privato in Africa, facilitando l’accesso al credito e l’innovazione tecnologica; investire sul capitale umano dell’Africa, promuovere l’empowerment dei giovani e delle donne che rappresentano la più grande risorsa del continente. L’educazione di qualità e la formazione professionale sono per questo tra gli strumenti più efficaci per aiutare i Paesi africani a sviluppare le loro economie, per le quali il “modello italiano”, fondato in grande misura sulle Piccole e Medie Imprese, può essere di ispirazione. Torniamo a Roma consapevoli dell’enorme lavoro da fare ma anche un po’ orgogliosi per aver favorito un confronto vero, sincero tra leader africani ed europei, in una sede - quella dell’Ocse - che può fornire a tutti noi elementi di analisi e di valutazione per rendere la nostra collaborazione davvero paritaria ed efficace. 10 giugno 2022