Roma – Evidenziare il rapporto tra l’emigrazione, l’immigrazione e la spesa pensionistica. Era questo l’obiettivo del convengo tenutosi il 4 luglio a Roma e organizzato dall’Inps e dalla Fondazione Migrantes. I pensionati rappresentano una parte importante, e in crescita, delle comunità italiane all’estero,
così come sono moltissime le persone che, dopo aver lavorato fuori dai confini nazionali, decidono di ritornare a casa. “Non abbiamo mai smesso di essere un paese di migranti verso la Germania - ha spiegato nel suo intervento il presidente dell’Inps Pasquale Tridico -. Questo è evidente anche dal valore delle pensioni che riceviamo da questo paese, che sono praticamente pari a quanto paghiamo noi a tutti gli altri stati del mondo messi insieme". Il bilancio dei pagamenti è quindi positivo per l’Italia, grazie anche solamente alla spesa pensionistica della Germania, alla quale si aggiungono le pensioni pagate da altri stati interessati dalla migrazione italiana, quali Francia e Belgio. Ciò non toglie che siano in molti che decidono invece di vivere all’estero con le pensioni guadagnate al termine del percorso lavorativo in Italia, che si tratti di cittadini italiani o di stranieri che decidono di tornare a casa. È una realtà, quella dei pensionati italiani all’estero, che il ministero degli Affari esteri “segue con attenzione”, come spiegato a 9Colonne da Giovanni Maria De Vita, della direzione generale per italiani all'estero della Farnesina, dal momento che “si tratta di una situazione che pone la Farnesina sotto la necessità di riflettere su che tipi di servizi offrire a queste persone, per poter adeguare l’erogazione di servizi consolari”. Secondo il Presidente della Fondazione Migrantes, l’arcivescovo Mons. Gian Carlo Perego, è essenziale “l’analisi e la lettura di questo legame”; un rapporto che rende “ancora più marcata e ufficiale la collaborazione tra l’Inps e la Fondazione Migrantes”. L’obiettivo delle future ricerche dei due organizzatori “è far emergere quanto il contributo dato, ieri come oggi, dalle lavoratrici e dai lavoratori italiani all’estero e dalle attuali pensionate e pensionati rientrati in Italia sia da sempre ricchezza fondamentale in alcune aree del nostro paese”. Si tratta quindi di un fenomeno da seguire con attenzione, dato anche che, come spiegato dalla sociologa della Fondazione Migrantes Delfina Licata “ad oggi otre il 20% degli iscritti all'Aire, l'anagrafe degli italiani residenti all'estero, ha più di 65 anni” e che “annualmente lasciano l'Italia circa seimila cittadini che rientrano in questa fascia d'età". (NoveColonneATG)