ROMA - “Sono 5.498 i Comuni italiani con meno di 5.000 abitanti e quasi tutti possono essere definiti Borghi Storici, avendo molti di essi una storia almeno millenaria, testimoniata dai lasciti culturali che non sono solo quelli monumentali”. Si è aperto così l'intervento del vice presidente dell'Associazione Svegliamoci Italici, Umberto Laurenti, al Tavolo del Turismo delle Radici che si è tenuto il 27 luglio alla Farnesina.
Come ha ricordato Laurenti, “il PNRR ha individuato nel percorso di rinascita dei Borghi una delle chiavi per lo sviluppo sostenibile del nostro territorio. Rinascita che deve passare attraverso la valorizzazione delle risorse che ancora risiedono in quei Borghi, contrastandone lo spopolamento, dotando la popolazione locale, soprattutto giovanile, di capacità manageriali e tecniche al passo coi tempi, riscoprendo e valorizzando le caratteristiche sociali, culturali ed economiche peculiari dei luoghi, con l’obiettivo di attrarre nuovi flussi di turismo consapevole e favorire crescita economica e sociale locale e lo sviluppo di nuova imprenditoria: questa è la missione che il PNRR assegna al Ministero della Cultura attraverso una rilevante dotazione finanziaria”. Quanto al Bando MIC Borghi linea B, “ha avuto uno straordinario successo, testimoniato da ben 1791 proposte progettuali in rappresentanza di 2.300 Comuni”, ha detto Laurenti. “E la speranza generale è che la Conferenza Stato/Regioni si riunisca nonostante la crisi di Governo per stanziare ulteriori risorse che vadano a finanziare almeno una cinquantina di altri progetti, arrivati sotto gli altri solo per un punto. A questi si sommano i 20 progetti, uno per Regione, che hanno ottenuto ben 20 milioni ciascuno con l’obiettivo, per la verità molto criticato, di ripopolare e rivitalizzare il territorio circostante a quei Borghi”. “Finora”, ha continuato Laurenti, “il disegno sottostante la misura del PNRR per la rinascita dei Borghi storici ha retto e occorre darne atto al MIC, anche per l’aver conseguito l’obiettivo del rispetto dei tempi di avvio. Il disegno produrrà risultati se sarà capace di far uscire i 2.500 Comuni coinvolti, dalla logica del campanile per acquisire mentalità ed approccio glocal, lavorando soprattutto con “reti” tematiche e territoriali, per la promozione e l’organizzazione di nuovi flussi turistici, riscoprendo e valorizzando le omogeneità di natura storico-culturale e socio-economica tra i Borghi che generalmente ancora fungono da presidi culturali e monumentali”. Il vice presidente della Associazione Svegliamoci Italici ha riportato un esempio. “Dal 1400 in poi, la famiglia Farnese ha ampliato il suo dominio dai Borghi attorno al lago di Bolsena a quelli attorno al lago di Vico, per poi proiettarsi fino a Parma, Piacenza e Ferrara. Non solo però potere esercitato da Papi, cardinali, donne famose per bellezza e capacità di governo, condottieri, signori del Ducato di Parma e del Ducato di Castro e Ronciglione. Ma anche, direi soprattutto, soft power ante litteram: influenza culturale, documentata dalle innumerevoli testimonianze monumentali a Roma, a Napoli, e variegate espressioni artistiche rintracciabili in molte città italiane ed anche in Spagna, Paesi Bassi, Francia ed Austria. Intorno alla riscoperta delle comuni radici culturali che riconducono alla famiglia Farnese, nonostante sia estinta da 300 anni, può nascere un circuito, un percorso, un itinerario per turisti consapevoli, interessati a riannodare i fili centenari del lascito culturale, presente in territori caratterizzati da tale lascito, in molte città ed in svariate forme, fino a dare il nome al luogo sede del Maeci. Già Stendhal, pur privo degli attuali mezzi di comunicazione e di trasporto, aveva intuito la unitarietà culturale dei territori e dei Borghi farnesiani, tant’è che mentre scriveva La Chartreuse de Parme scriveva pure L’Abbesse de Castro. Possiamo quindi pensare a nuove correnti turistiche motivate dalla ricerca delle comuni radici culturali, e non solo di sangue, e dalla riscoperta della memoria collettiva, e non solo individuale o famigliare”. “Noi della Associazione Svegliamoci Italici stiamo lavorando da qualche anno per costruire una Community globale che raccolga gli Italici di tutto il mondo”, ha riferito Laurenti: “non solo quindi gli italo-discendenti o gli italofoni, oltre ovviamente gli italiani e gli stranieri che hanno adottato la Penisola come propria residenza, accettandone regole e cultura, ma anche tutti coloro che pur non avendo una sola goccia di sangue italiano, hanno scoperto ed apprezzato la cultura e la civiltà italica, fatta di storia, arte, saper vivere. E siamo convinti che occorra uscire dalla frammentazione per recuperare la forza propositrice del Soft Power Italico, utilizzando anche i 250 milioni di italici sparsi nel mondo come nuovo mercato privilegiato, anche per il turismo. Una Community spesso inconsapevole che può risvegliarsi, con opportune azioni promosse o attuate dal Maeci, dagli Istituti di cultura italiani all’Estero, dalle Camere di Commercio miste, dalle Università e dai Centri culturali, dalle Associazioni, a partire dalla nostra”. “Salutiamo quindi positivamente il fatto che all’interno della misura PNRR “Attrattività dei Borghi” sia stato ritagliato uno stanziamento di 20 milioni messo a disposizione del Maeci, come recita l’accordo dallo stesso sottoscritto con il MIC, per “supportare il Turismo delle Radici mediante la creazione di una sinergia tra il potenziamento di tale settore turistico e la valorizzazione dei Borghi italiani” e”, ha concluso Laurenti, “siamo interessati ad ogni forma di collaborazione che voglia recepire il valore delle radici culturali e della esistenza di una Community italica nel mondo”. (29/07/2022 aise)