di Giorgio Sbordoni (da Collettiva) Il sindacato di Corso Italia e il patronato Inca rivolgono un appello ai nostri connazionali che vivono e lavorano fuori dall’Italia affinché partecipino all’appuntamento del 25 settembre e invitano i candidati a confrontarsi con gli elettori sulle priorità espresse dalla confederazione.
“Le istituzioni assicurino la necessaria informazione” Per comprendere fino in fondo quanto sia importante veicolare le proposte della Cgil e spingere i nostri concittadini che risiedono e lavorano all’estero a partecipare al voto del 25 settembre prossimo, è sufficiente il dato sottolineato nel documento della confederazione e dell’Inca: “Nell’ultimo decennio solo gli iscritti all’Aire (l’Anagrafe italiana residenti all’estero) sono passati da 3,6 a oltre 5,6 milioni di persone”. Un dato ufficiale al quale occorre aggiungere decine di migliaia di cittadini che ogni anno lasciano il nostro Paese alla ricerca di un lavoro spesso precario o non tutelato e che quindi non regolarizzano la propria posizione. “Da molti anni – si legge nel documento – sono più gli italiani che emigrano rispetto agli stranieri che giungono in Italia”. In questo quadro la Cgil rivolge un appello ai nostri connazionali nel mondo affinché esercitino il proprio diritto di voto e un invito ai candidati affinché si confrontino con i propri elettori di riferimento sui temi e sulle priorità avanzate dal sindacato. Incardinate su alcuni principi inderogabili: il contrasto a ogni forma di discriminazione e di fascismo, la centralità del lavoro e della giustizia sociale, il rafforzamento dello stato sociale, la cura delle persone e dell’ambiente. “Per queste ragioni – si legge sul volantino firmato da Cgil e Inca – è necessario intensificare le iniziative a sostegno di cinque azioni prioritarie, ovvero aumentare i salari e riformare il fisco, fermare la precarietà e ridurre gli orari di lavoro, ristabilire il filo della legalità e la sicurezza sul lavoro, un nuovo stato sociale in particolare a partire da sanità e istruzione e non autosufficienza, politiche di sviluppo e nuovo intervento pubblico”. Una piattaforma che, nello specifico delle politiche per gli italiani all’estero, si traduce con “l’implementazione delle modalità di voto e della loro partecipazione alla vita democratica del nostro Paese; il rafforzamento della rete consolare e il miglioramento dei servizi consolari anche in collaborazione con gli istituti di Patronato e col mondo associativo; la creazione di uno strumento efficace in sostegno ai pensionati residenti all’estero nei casi di indigenza; la semplificazione delle procedure burocratiche connesse all’Inps per i nostri pensionati all’estero; la revisione della tassazione Imu sulle prime case possedute in Italia; l’aumento degli investimenti su lingua, cultura e formazione italiana nel mondo; l’istituzione di centri di assistenza e informazione per aiutare la cosiddetta nuova emigrazione a integrarsi nelle nuove realtà straniere: una rete di supporto che accompagni i nostri concittadini anche nella mobilità circolare (fatta di frequenti spostamenti tra paesi diversi e ritorni in Italia temporanei), che preveda centri di informazione anche pre-partenza; il miglioramento della qualità e la diversificazione del servizio pubblico Rai all’estero; la ratifica delle Convenzioni Bilaterali già sottoscritte con alcuni Paesi e la rapida istituzione e ratifica di analoghe convenzioni con i Paesi interessati da scambi di mobilità con l’Italia; una valutazione delle necessarie modifiche ai principi e alle regole dell’iscrizione all’Aire, affinché possa rappresentare e tutelare anche chi è migrante da meno tempo e in una condizione di migrazione probabilmente non definitiva”. FONTE: https://www.collettiva.it/copertine/internazionale/2022/09/08/news/voto_all_estero_le_proposte_cgil-2328761/