di Redazione Online - Il premier ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri: «Orbán? Bisogna scegliere partner che tutelino gli italiani». «Io di nuovo a Palazzo Chigi? No» Mario Draghi non ha dubbi. A un giornalista che in conferenza stampa, al termine del Consiglio dei ministri di oggi,

gli chiede se fosse disponibile a un nuovo mandato a Palazzo Chigi, il premier risponde con un secco «No». Non ha dubbi neanche sulle sanzioni alla Russia . «Funzionano - dice Draghi, atteso alle 18.15 a Ostra, il comune nel marchigiano più colpito dall’alluvione -. Bisogna capire questo, altrimenti non si capirebbero certi comportamenti recenti del presidente Putin. Bisogna continuare sul fronte del sostegno all’Ucraina per la guerra di liberazione da chi ha invaso il Paese. Questa è stata la linea del mio governo. All’interno del centrodestra ci sono tanti punti di vista. Quello di Salvini prevale? Non lo posso dire questo. È una visione che il governo attuale non condivide. C’è chi parla di nascosto con i russi, chi vuole togliere le sanzioni. C’è pure lui» in campagna elettorale, «ma la maggioranza degli italiani non lo fa e non lo vuole fare. Io guardo alla maggioranza degli italiani e al governo che ha avuto l’onore di presiedere». «Noi abbiamo una diversa idea di Europa, difendiamo lo Stato di diritto. I nostri alleati sono la Germania, la Francia che difendono lo stato di diritto. C’è da domandarsi come uno si sceglie i partner? Certamente sulla base di una comunanza ideologica ma anche sulla base della tutela degli interessi degli italiani. Bisogna chiedersi chi mi aiuta a proteggere gli italiani meglio? Chi conta di più tra questi partner? Datevi voi le risposte», spiega Mario Draghi rispondendo alle domande dei giornalisti sui legami di Meloni e Salvini con l’Ungheria di Viktor Orbán. «La democrazia italiana è forte, non si fa battere dai nemici esterni, dai loro pupazzi prezzolati. Dobbiamo essere fiduciosi nella nostra democrazia, non bisogna avere timore di qualunque voce», dice alludendo alla questione dei fondi russi. «Il governo ha lavorato bene perché poteva contare su dei bravissimi ministri, vedrei bene la conferma di tutti loro» perché «lavoreranno e lavorerebbero altrettanto bene» se impiegati in un altro governo, dice a proposito del suo esecutivo. A New York, dove volerà nei prossimi giorni, «racconto il Paese che vivo oggi, un Paese forte, leale all’Alleanza atlantica e all’Europa, che ha saputo fare una manovra di sostegno all’economia senza fare debito, che ha saputo far crescere il Pil: questo è il Paese che porto. C’è tanta gente che condivide questa visione e c’è gente che in questa campagna elettorale la contrasta. Io non condivido questa visione sempre negativa sul futuro». Sui rapporti con Giorgia Meloni «continuate a ricamare, va benissimo...», risponde con ironia. «I rapporti sono i rapporti normali di uno che è stato presidente del Consiglio per un anno e sei mesi, mi pare, con tutti i leader dei partiti, sia di quelli di governo che di quelli di opposizione». Alla domanda sulle sue intenzioni di voto, si è limitato a rispondere che «ovviamente c’è il segreto dell’urna. La cosa importante è che tutti vadano a votare». (FONTE: Corriere Della Sera online)

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