Oltre 100mila persone hanno partecipato da tutta Italia alla grande manifestazione svoltasi a Roma con partenza da Piazza della Repubblica alle 13 e conclusione a Piazza San Giovanni alle 17 del 5 novembre. Lungo il percorso del corteo hanno sfilato aderenti alle 600 associazioni promotrici,
in gran parte del volontariato cattolico e laico, del mondo del lavoro, delle ong, delle organizzazioni di solidarietà e di accoglienza. Dal palco, dopo il messaggio del Presidente della Cei, cardinale Zuppi, si sono succeduti gli interventi dei rappresentanti delle Acli, dell’Arci, della Tavola della Pace, dell’Agesci, della Rete dei numeri primi, con collegamenti da Ucraina e Russia; la chiusura è stata riservata a Don Luigi Ciotti, del Gruppo Abele e Libera. a Andrea Riccardi, della Comunità di Sant’Egidio e al segretario generale della CGIL. Maurizio Landini. L’iniziativa lancia una mobilitazione generale a favore dell’intervento diplomatico del nostro paese, dell’Europa, dell’ ONU, affinché il conflitto russo-ucraino venga fermato al più presto e si giunga al tavolo negoziale. Numero si gli interventi che hanno sottolineato come non possa esservi Pace se non si afferma parallelamente la giustizia sociale, il diritto alla vita, all’alimentazione e alla cura delle persone dovunque, il superamento della concentrazione di ricchezze in poche mani; una giustizia in grado di riconoscere i diritti delle persone e dell’ambiente; la riduzione e la riconversione della spesa militare, l’abolizione delle armi nucleari, lo spostamento delle risorse verso la salute, la conoscenza, il lavoro dignitoso. Ma solo con la Pace ciò può essere possibile. Mentre con la guerra non può che aggravarsi la situazione di sfruttamento e di divaricazione tra i bisogni delle persone e l’aggressione alle risorse, la speculazione finanziaria che gioca sull’instabilità e sul caos. I superprofitti ottenuti dalla speculazione su gas e altre materie prime debbono essere ridistribuiti alle persone senza lavoro e in difficoltà, alle imprese a rischio di chiusura. C’è bisogno di un cambio di sistema, perché la guerra e le guerre sono solo l’ultimo atto di una guerra sotterranea giocata sul piano economico che ne costituisce la premessa e che costituisce l’essenza del sistema in cui viviamo. Nelle conclusioni Landini ha lanciato l’auspicio che la mobilitazione per la Pace si diffonda in tutte le capitali europee e nel mondo.