di Andrea Vento L’annuale rapporto dell’organizzazione Oxfam sulla disuguaglianza globale viene regolarmente emesso in concomitanza del Word Economic Forum di Davos in Svizzera, allo scopo di indurre la leadership planetaria a riflettere sui nefasti effetti sociali e ambientali prodotti delle loro politiche,

le quali continuano a portare esclusivo vantaggio ad una ristretta elite a discapito della maggioranza della popolazione mondiale. Quest’anno, i 2.700 leader mondiali fra politici, amministratori delegati delle principali multinazionali e big della finanza presenti alla consueta passerella mondiale, ormai giunta alla 53esima edizione, hanno visto aleggiare sul loro summit l’immancabile ombra delle critiche dei movimenti e del rapporto Oxfam che non casualmente in italiano è stato tradotto in “La disuguaglianza non conosce crisi”. La ratio del titolo è conseguente al fatto che nel biennio 2020-21, i più ricchi fra i ricchi del pianeta, vale a dire il top 1%, ha continuato come da trend consolidato ad accumulare ricchezza più di tutto il resto dell’umanità. Tale incremento ha, tuttavia, toccato livelli di crescita inediti, mentre, in contemporanea, per la prima volta, a livello mondiale negli ultimi 25 anni è aumentata anche la povertà e la fame.

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