Qualcuno si ricorda ancora dell’inaugurazione imbastitaci da Berlusconi sull’inizio dei lavori del ponte sullo stretto? Bene da allora non solo non avevamo più sentito parlare del ponte sullo stretto, ma si era anche provveduto a mettere in liquidazione la società “stretto di Messina”, che ora rivedrebbe una nuova vita.
La costruzione del ponte di Messina non è un’idea nuova dei tempi nostri. Di esso parla Plinio il Vecchio che ci dice che nel 251 a.c. i romani collegarono la Sicilia al continente, con un ponte di barche e botti, per fare attraversare il braccio di mare agli elefanti sequestrati ai cartaginesi durante la prima guerra punica. Ventuno secoli dopo, nel 1840, ne parla il re delle Due Sicilie Ferdinando II di Borbone, che diede l’incarico ad un gruppo di ingegneri ed architetti perché gli fornissero idee per costruire il ponte. Le idee arrivarono, ma non se ne fece niente perché il Borbone si rese conto che la spesa non era sopportabile dalle casse del regno. Anche il giovane regno d’Italia di Vittorio Emanuele II di Savoia si pose il problema attraverso il suo ministro dei lavori pubblici Stefano Jacini, che diede all’ingegnere Alfredo Cottrau l’incarico di studiare la fattibilità di un ponte che unisse la Sicilia alla Calabria. Nel 1870, invece, si parlò anche di una galleria sottomarina che partendo da Contesse , un a frazione della città di Messina, baipassasse lo stretto ed approdasse in superficie a Torre Cavallo in Calabria dopo 22 Km. Un’altra idea si fece strada nel 1876 da attribbuire all’On. Giuseppe Zanardelli il quale soleva affermare: “sopra i flutti o sotto i flutti la Sicilia sia unita al continente”. Anche questa decisione cadde nel vuoto fino a quando nel 1883 spuntò un progetto ad opera di un gruppo di ingegneri delle ferrovie, caduta anch’essa nel vuoto. A togliere ogni speranza, arrivò il terremoto di Messina del 1908, che assieme al terremoto di pari densità del 1783 che investi la Calabria, ricordò a tutti che quelle zone erano esposte a preoccupanti movimenti sismici. Questa considerazione portò alla redazione di un attento studio geologico che sconsigliava il ponte in elevazione e nel 1921 si tornò a parlare di galleria sottomarina. Si tornò a parlare di ponte nel 1934, questa volta da parte del genio navale, in previsione della seconda guerra mondiale. Anchce in questa occasione due furono le ipotesi una di ponte in sopraelevazione ed una nella posa di un tubo d’acciaio capace di consentire sia il transito di veicoli che quello dei treni. La guerra allontano l’idea del ponte, che tornò a farsi nuovamente strada nel 1952 quando venne dato l’incarico all’ingegnere David Stienman di predisporre un progetto preliminare. Lo Stienman presento un progetto che prevedeva un ponte di mt.2.988 largo mt. 7,30 in tre campate delle quali quella centrale di mt. 1.524 mt. 50 sopra il pelo dell’acqua, per permettere il passaggio di qualsiasi tipo di nave. Sulla base di questo progetto, la Regione siciliana nel 1955 ordino uno studio geofisico della zona interessata sia in superficie che sul fondo marino. Nello stesso anno nasceva il Gruppo Stretto di Messina S.P.A. dalle maggiori società italiane. Nel 1981 con la legge n. 1158/1971 Società Stretto di Massina S.P.A. fondata nel 1981 e passata sotto il controllo dell’ANAS dal primo ottobre 2007. La società è stata messa in liquidazione fin dal 2013, come previsto dalla legge 17 dicembre del 2012 n. 221. La costruzione del ponte sullo stretto, è stata la protagonista di diverse campagne elettorale sia in occasione delle elezioni politiche che di quelle regionali. I risultati, fino ad ora sono solo uguali a zero, al netto delle centinaia di milioni spesi per un opera mai nata, che fino ad ora ha prodotto solo esborsi di somme ingenti. In questa ultima campagna elettorale, Salvini toglie la scena a Berlusconi in passato grande sostenitore del ponte e da Lampedusa lancia la solita promessa della costruzione del ponte. Impegno preso anche all’interno di un consiglio dei ministri che trattava tutt’altro argomento ed al quale il leghista ha voluto segnare la propria presenza, quasi a bilanciare le iniziative annunciate dal premier Meloni. Il ponte torna di scena in televisione da Vespa, quando durante la gtrasmissione 5 minuti Salvini esibisce il plastico del ponte e si assicura che i lavori cominceranno entro il 2024 mentre l’intera opera sarà terminata tre anni dopo ossia entro il 2027. Con i metodi che si usano sulle grandi opere appaltate, nessuno oggi è in grado di sapere se il 2027 sarà la data certa del collaudo finale. Le uniche cose certe al momento pare siano solo il ritorno della società stretto di Messina in liquidazione ed un impegno alla costruzione che secondo l’ultimo preventivo attuale dei costi ammonta a sette miliardi di euro. E’ esatto? Non è dato sapere, poiché il vero costo lo sapremo se e quando si finirà il ponte o se anche questa volta si è trattato solo della solita promessa elettorale. Nel frattempo i siciliani continuano a pagare a caro prezzo la propria mobilità da e verso il continente. Il tempo ci dirà come e quando finirà questa lunghissima soap-opera cominciata nel lontanissimo 251 a.c. ed è ancora in corso.
Salvatore Augello 27 marzo 2023.