Giorgia Bonamoneta 6 Giugno 2023 - 00:24 È tempo di dire addio in maniera definitiva allo smart working? Senza una proroga dal 1° luglio non sarà più possibile accedervi. Il 1° luglio scade il diritto allo smart working sia nel pubblico che nel privato.

Anche le categorie fragili e i genitori con figli minori di 14 anni, senza un ulteriore proroga, tra meno di un mese dovranno tornare a svolgere le loro attività lavorative in presenza. Con la fine della pandemia il ricorso allo smart working è legato alle esigenze del lavoratore e al tentativo di migliorare e bilanciare al meglio le ore di lavoro e quelle di vita privata. Tale necessità, a fronte di una mancata risposta da parte del governo, si tradurrebbe in un ritorno nelle sedi di lavoro, ma non per forza di cose alla fine delle problematiche che hanno comportato il ricorso allo smart working per milioni di dipendenti. Anche se il numero di lavoratori in smart working è calato rispetto al 2021, rappresentano ancora oggi circa il 14,9% del totale dei lavoratori, ovvero 3,6 milioni. La scelta dello smart working resterebbe un’opportunità disponibile soltanto grazie ad accordi interni tra lavoratori e aziende se venisse meno la decisione del governo. La maggioranza non si è ancora sbilanciata sul tema della proroga al provvedimento per lo smart working e a dar voce ai 3,6 milioni di lavoratori ci ga pensato l’opposizione che si è riunita per tutelare i fragili in quella che è stata definita “non è una battaglia politica ma di civiltà”. L’ipotesi di proroga arriva grazie alla proposta delle forze politiche di opposizione come il Movimento 5 Stelle, il PD, Verdi e Sinistra che hanno presentato un emendamento lo scorso 1° maggio ed è ora in esame alla Commissione Lavoro del Senato. Senza l’approvazione della proroga per lo smart working cambierebbe tutto.

(FONTE: Money.it  - Smart working, cosa cambia dall'1 luglio? È tempo di dire addio in maniera definitiva allo smart working? Senza una proroga dal 1° luglio non sarà più possibile accedervi.