Da qualche settimana alcune famiglie, tanti imprenditori e qualche professionista ci sollecitano a tornare sul Superbonus, un argomento di cui ci siamo occupati più volte nel passato. Ci chiedono lumi sul blocco della cessione del credito e sulle reali possibilità dell’utilizzo di questo provvedimento nel presente e nel futuro. Poiché non vogliamo sottrarci al nostro dovere,

che è quello di cercare di dare su ogni questione risposte serie ed approfondite, partiamo subito con una premessa: il Superbonus ha ancora altri due anni e mezzo di vita (90% di agevolazione per tutto il 2023, 70% nel 2024 e 65% nel 2025). Ma è ormai del tutto evidente che questa norma, nonostante abbia prodotto risultati molto lusinghieri – come spiegherò più avanti -, non è più appetibile, o forse sarebbe meglio dire non è più accessibile a chi non ha insieme capacità economica e capienza fiscale per portare a detrazione le spese ammissibili. Tutto questo però potrebbe non essere sufficiente, ad esempio , per il Superbonus al 90% previsto per l’anno 2023, perché relativamente alle unità unifamiliari è riservato:

• al contribuente proprietario dell’edificio o dell’unità immobiliare funzionalmente indipendente o titolare di un diritto reale di godimento;

• all’edificio o unità immobiliare adibita ad abitazione principale del contribuente che sostiene le spese;

• al contribuente che sostiene le spese e che ha un reddito di riferimento non superiore a 15 mila euro.

Tutte queste condizioni, unite al blocco del meccanismo di cessione del credito, rendono davvero difficile utilizzare la detrazione fiscale su questa tipologia di immobili. Orbene, dando per buona l’idea che l’Italia è entrata in un circolo virtuoso di lunga durata (anche se l’entusiasmo iniziale sembra raffreddarsi) che ci porterebbe ad essere per un lungo periodo la locomotiva d’Europa, mi sembra assolutamente necessario capire il perché di questo miracolo. Una crescita, quella di cui si parla, che è stata trascinata in modo significativo dagli investimenti nelle costruzioni. Infatti il boom delle costruzioni registrato in Italia non ha confronti rispetto ad altre nazioni. Grazie naturalmente agli importanti incentivi pubblici destinati all’edilizia. Prometeia, un prestigioso istituto indipendente di ricerca economica, stima che solo gli incentivi relativi al Superbonus al 110 per cento e il bonus facciate abbiano contribuito per circa il 2 per cento del Prodotto interno lordo cumulativo del 2021-2022, vale a dire hanno contribuito per circa 38 miliardi di euro. Questo risultato, insieme all’andamento dell’export, alla limitazione del costo del lavoro e ad una buona dose di fiducia degli imprenditori spiega il trend positivo dell’economia. Considerato altresì che le cosiddette frodi, su cui si è fatto un gran parlare da parte del Governo e di certa stampa – spesso a sproposito e solo per denigrare il Superbonus -, hanno inciso solo per 454 milioni di euro (0,64 per cento), a sostenerlo non siamo noi di Hashtag Sicilia, ma le indagini della Guardia di Finanza. Ciò a fronte di un investimento complessivo di spese ammesse a detrazione sino al 31 maggio 2023 di 77,05 miliardi di euro, di cui 4.779.279.489,93 solo in Sicilia (Fonte Enea). Per altro, come abbiamo già sottolineato in articoli precedenti, il Superbonus, già prima dell’entrata in vigore del D.L. n.152/2022, prevedeva come condizione per ottenere l’agevolazione fiscale il visto di conformità e l’asseverazione di congruità delle spese. Il che rendeva impossibile aggirare la normativa e il fisco. Lo stesso direttore generale dell’agenzia delle Entrate, in occasione di una audizione informale nella VI Commissione della Camera dei deputati, ha specificato a questo proposito che i 9 miliardi di frodi fiscali di cui si è parlato sono riconducibili:

• 3,7 miliardi di credito oggetto di sequestri preventivi sono riferiti a casistiche precedenti il Decreto n. 157/ 2021 (decreto antifrode emanato per bloccare le frodi manifestatesi sui bonus che non avevano sistemi di controllo come quelli già esistenti nel Superbonus);

• 2,1 miliardi di crediti sospesi e scartati direttamente dalla cessione dei crediti dall’a Agenzia delle entrate;

• 3,2 miliardi di crediti individuati come fittizi e quindi oggetto di indagine.

Solo la timidezza, la preoccupazione di fare uno “ sgarbo “ all’attuale governo e soprattutto l’incapacità di far fronte comune da parte delle associazioni imprenditoriali e l’atteggiamento di certa stampa – che ha gridato quotidianamente al lupo, al lupo) -, ha permesso di mettere alla gogna il Superbonus. Fatte queste doverose precisazioni, per onestà intellettuale, aggiungo che:

1. Il governo Conte II ha certamente sbagliato estendendo la cessione del credito ai bonus senza controlli;

2. Il meccanismo della cessione dei crediti edilizi è stato però stravolto penalizzando pesantemente l’intero comparto delle costruzioni dal Decreto legge n. 4/2022 ( Decreto sostegni-ter emanato dal governo Draghi). Infatti, in seguito all’approvazione di questo decreto hanno cominciato a chiudere i principali Player che erano intervenuti nell’acquisto dei crediti edilizi. Ha cominciato prima Cassa Depositi e prestiti, poi Poste italiane (limitatamente però alle imprese), e da novembre 2022 hanno coinvolto pure i privati

3. Il governo Meloni, nonostante promesse e annunci roboanti di decreti d’urgenza per risolvere il problema dei crediti incagliati e per segnare una nuova rotta, continua a menar il can per l’aia.

È vero, il costo per lo Stato viene stimato in 60 miliardi di euro nel biennio 2021-2022 , ma è anche vero che ci sono stati effetti positivi per lo Stato medesimo visto che, oltre a far crescere il PIL di 91 miliardi e aver prodotto un gettito aggiuntivo di 37 miliardi (a dirlo non è Pepè, il personaggio noto nell’Opera dei Pupi, il cui destino è quello di fare sempre brutta figura, ma uno studio della Fondazione Nazionale dei Commercialisti); grazie a questa misura, occorre aggiungere, gli edifici hanno fatto registrare una riduzione del 50 per cento delle emissioni di CO2 e un risparmio in bolletta per i cittadini tra il 30,9 per cento ( salto di 2 classi ) e il 46, 4 per cento (salto di 3 classi) . Infine, i dati Istat evidenziano, nel triennio 2020-2022, una crescita dell’occupazione di 353 mila unità nel settore delle costruzioni, generando anche un effetto indiretto negli altri settori dell’economia. Con questo non voglio sostenere che le agevolazioni in edilizia si ripaghino totalmente, voglio dire solo che queste agevolazioni hanno una elevata capacità di attivazione economica e fiscale con grandi ricadute in termini ambientali e occupazionali, nonché sui fondamentali di Finanza pubblica. Ricordo anche che il Superbonus al 110 per cento ha interessato 411.871 edifici così suddivisi: edifici condominiali n. 64.038, edifici unifamiliari n. 233.722, unità immobiliari funzionalmente indipendenti n. 114.105, castelli n.6. Pertanto, fermo restando altre possibili correzioni che si possono apportare alla norma, occorre superare urgentemente lo stop alla cessione dei crediti che ha gettato nel panico decine di migliaia di famiglie, oltre 50 mila imprese e parecchie centinaia di professionisti; dotare nel contempo il nostro Paese di una strategia per riqualificare il 97 per cento degli edifici residenziali esclusi dal Superbonus per far fronte alla direttiva UE sulle case green, vale a dire all’ obbligo dell’ efficienza energetica degli edifici. Una Direttiva che, con il suo recepimento nell’ordinamento dei Paesi membri, può obbligare i proprietari di un’abitazione con la certificazione più bassa a realizzare entro il 2030 il rating minimo per una casa europea (lettera F) , ed entro il 2033 la categoria E. Ciò comporta che i proprietari dovranno fare lavori di miglioria per decine di migliaia di euro prima della eventuale vendita o della locazione. Pena l’impossibilità a vendere e o affittare l’immobile Ne consegue che se non ci saranno nuovi incentivi i proprietari degli immobili saranno gettati nella più cupa disperazione con tutto quello che questo comporta. È auspicabile quindi che il Governo e le forze politiche d’opposizione escano al più presto dalla logica degli annunci e dalle contrapposizioni e si siedano attorno a un tavolo per trovare giuste e tempestive soluzioni.

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