La Fiei, la Filef, l’Istituto F.Santi hanno aderito fin dall’inizio insieme ad altre centinaia di associazioni, alla mobilitazione e all’iniziativa di sabato 7 Ottobre a Roma lanciata dalla CGIL, che si annuncia una grande manifestazione popolare a difesa della Costituzione, dei suoi principi e valori, contro le proposte del governo che mirano a stravolgere il quadro istituzionale

e la coesione sociale e territoriale del Paese e per un cambiamento strutturale a difesa delle condizioni di vita e dei diritti dei lavoratori, delle donne, di giovani e anziani e di tutti i cittadini migranti. La Fiei intende con la sua partecipazione sottolineare la dimensione della nuova emigrazione italiana nata a seguito delle fallimentari politiche messe in atto dopo la crisi del 2008-2011 che ha costretto circa 3 milioni di cittadini a lasciare il nostro paese in poco più di un decennio. Si tratta di una colossale perdita di persone e di competenze con conseguenze gravi sulle possibilità di sviluppo del Paese, in particolare del meridione e delle aree interne, sul declino demografico, sull’efficienza di servizi pubblici fondamentali (sanità, ecc), della pubblica amministrazione e che incide sulla stessa tenuta democratica: la fortissima flessione di partecipazione al voto che si registra da anni è anche frutto di questo nuovo esodo costituito in prevalenza da popolazione giovanile che non intravvede un futuro dignitoso entro i nostri confini. Il fenomeno della nuova emigrazione chiarisce in modo inequivocabile le responsabilità della mancata crescita del paese: tutte le politiche di contenimento del costo del lavoro e di riduzione dei diritti dei lavoratori (jobs act, ecc.) varate per “essere più competitivi” nello scenario globale, invece che attrarre i capitali esteri, hanno portato alla perdita della principale risorsa, quella umana, e hanno posizionato l’Italia nei gradini inferiori rispetto ad altri grandi paesi dove i redditi sono cresciuti del 20 o del 30% nei venti anni trascorsi. Allo stesso tempo, l’assurdo approccio “securitario” all’immigrazione ha causato e continua a causare una gravissima offesa ai diritti umani con le tragedie e le morti in mare che abbiamo sotto gli occhi, ma anche la perdita di un’occasione storica di seria integrazione e inclusione nel tessuto sociale e produttivo delle straordinarie energie che immigrate e immigrati rappresentano e di un positivo futuro di cooperazione con i paesi da cui provengono. Da entrambi i lati della medaglia il bilancio è disastroso. L’attuale governo sta accelerando e peggiorando ulteriormente la situazione; lo scenario che si intravvede è quello di uno sfascio totale se passassero l’autonomia differenziata e il presidenzialismo, vendute come soluzioni immaginifiche e che invece denotano la totale incapacità di incidere sui veri nodi e meccanismi della crisi, che non si vogliono affrontare perché implicano scelte precise, a partire dalla indispensabile ridistribuzione di una ricchezza che è sempre più concentrata in poche mani. L’attacco ai poveri, con l’abolizione del reddito di cittadinanza è invece la carta di identità del governo Meloni. L’irruzione della guerra in Europa ha confermato la sostanziale inadeguatezza della classe dirigente italiana e europea, totalmente subalterne alle logiche suprematiste e guerrafondaie e incapaci di assumere un ruolo di mediazione e di pace; minando con questa postura il futuro delle nuove generazioni in un’Europa destinata a pagare il prezzo del ritorno alla logica dei blocchi e degli investimenti militari anziché quelli sociali e ambientali che non sono rimandabili. Si stanno svolgendo e si svolgeranno iniziative parallele alla mobilitazione per il 7 ottobre in Germania, in Belgio, in Svizzera. Siamo impegnati a farle crescere in prospettiva della grande iniziativa europea dei sindacati che si svolgerà entro l’anno. E’ importante che l’emigrazione italiana nel mondo e l’immigrazione in Italia siano tra gli attori centrali di questo 7 ottobre e delle altre imminenti iniziative. Roma, 2 Ottobre 2023

FONTE: https://fiei.it/?p=841