*“La scelta del Ministro Nordio di negare l’estradizione di Don Franco Reverberi per essere processato è incomprensibile e desta preoccupazione perché impedisce alla giustizia di fare il suo corso e di arrivare alla verità. E lo è ancora di più se si tiene conto della pronuncia della Corte di Cassazione dell’ottobre scorso che aveva confermato la decisione della Corte di appello di Bologna respingendo il ricorso contro l’estradizione presentato dalla difesa del sacerdote”.

È quanto dichiarano Fabio Porta, deputato del PD eletto in America Meridionale, e Luciano Vecchi, responsabile del Partito Democratico per gli italiani nel mondo. Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha respinto la richiesta di estradizione in Argentina del sacerdote della diocesi di Parma don Franco Reverberi, accusato di crimini contro l’umanità, tra i quali l’omicidio nel 1976 del ventenne José Guillermo Beron. Don Franco Reverberi è accusato anche di aver assistito alle sessioni di tortura cui erano sottoposti i prigionieri del regime del generale Videla durante gli anni della dittatura militare tra il 1976 e il 1983. I giudici della Suprema Corte avevano evidenziato la sussistenza “della gravità indiziaria“, rilevata in appello, “delle accuse inerenti ai reati di tortura nei confronti di nove detenuti diversi da Beròn”. “I delitti commessi nei confronti di quest’ultimo si inserivano in un sistema seriale di torture, catalogabili come crimini contro l’umanità, posti in essere nei confronti di dissidenti politici del regime militare allora al potere in Argentina, effettuate all’interno di una struttura penitenziaria adibita allo scopo e all’interno della quale vi era l’odierno estradando che svolgeva le funzioni di cappellano militare e che si assume avesse favorito l’operato dei militari”. “Il Partito Democratico non mancherà di chiedere al Ministro Nordio di spiegare le ragioni della sua decisione. L’impegno del PD di sostenere le istanze di giustizia dei familiari delle vittime delle dittature sudamericane non può essere fiaccato dal silenzio e dal tempo che passa da quegli orrendi crimini. Occorre garantire attenzione e mantenere viva una collaborazione internazionale per non disperdere anni di indagini e ricerche, di dolore e sofferenze, rinnovando la nostra solidarietà per garantire alla giustizia i colpevoli di crimini violenti e odiosi contro cittadini inerti e militanti politici, molti dei quali di origine italiana”.

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