Remo Casilli/Sintesi Oltre 100 associazioni con i cittadini in piazza il 25 maggio a Napoli con La Via Maestra contro le riforme del governo che vogliono smantellare la Costituzione

Patrizia Pallara 23 maggio 2024 - La nostra Costituzione è a rischio. Le riforme istituzionali proposte dal governo, il premierato e l’autonomia differenziata, hanno un portato autoritario, vogliono scardinare la nostra Carta, puntano a ridurre gli spazi di democrazia.

E insieme a limitare i nostri diritti e le nostre libertà, di protesta, di dissenso, di informazione. Il disegno è molto chiaro e il percorso è già in atto. Per fermarlo e denunciarne i pericoli scende di nuovo in piazza La Via Maestra, sabato pomeriggio a Napoli (concentramento alle 13.30 in piazza Mancini) oltre cento associazioni, enti, organizzazioni della società civile, tra cui la Cgil, insieme per difendere la Costituzione e chiedere la sua piena applicazione.

VALORI E PRASSI DELLA DEMOCRAZIA

“Sia ben chiaro: La Via Maestra non è un’aggregazione del ‘no’ – afferma Massimo Brancato, coordinatore area politiche per lo sviluppo della Cgil e del gruppo democrazia, istituzioni, informazione della Via Maestra -, ma di una parte importante della società civile organizzata del Paese, organismi di diversa natura e dimensione, accomunati dall’esigenza di contrastare questa deriva autoritaria e riaffermare valori e prassi della democrazia costituzionale. Ci troviamo a un passaggio cruciale della vita politica e democratica del nostro Paese: il disegno istituzionale che sta portando avanti questo governo cambierebbe radicalmente l’assetto costituzionale, se dovesse arrivare a compimento. E con esso cambierebbe anche la qualità della democrazia e la capacità della politica di rispondere ai bisogni delle persone”.

DISEGNI DI LEGGE PERICOLOSI

Il disegno di legge sull’autonomia differenziata, approvato al Senato e ora in attesa di discussione alla Camera, se approvato comprometterebbe la stessa unità e identità del Paese, accrescerebbe i divari sociali e territoriali, frammenterebbe le politiche pubbliche su ambiti e materie di rilevanza strategica nazionale. Il progetto di elezione diretta del capo del governo, cosiddetto premierato, con la garanzia di una maggioranza parlamentare di sostegno, dopo mesi in commissione Affari costituzionali e ora al voto in aula al Senato, implicherebbe un completo depotenziamento del Parlamento, del ruolo del presidente della Repubblica, del sistema di bilanciamento dei poteri e della funzione di controllo degli organi di garanzia previsti in Costituzione a tutela della democrazia.

SISTEMA CHE SI SGRETOLA

“Siamo di fronte a un disegno complessivo di democrazia illiberale, che si sta nei fatti delineando – afferma Daniela Padoan, presidente di Libertà e Giustizia e coordinatrice del gruppo democrazia, istituzioni, informazione della Via Maestra –. Premierato e autonomia differenziata sono un attacco complessivo alla Costituzione, alla funzione del parlamento, alla democrazia partecipativa, alla libertà di espressione sancita dall’articolo 21 della Costituzione”. E questo per la presidente Meloni è la “madre di tutte le riforme”. “Abbiamo un governo che vuole spaccare il Paese e mortificare il potere legislativo, la centralità dei lavori parlamentari, la figura istituzionale del presidente della Repubblica – prosegue Padoan -, e che da quando si è insediato porta avanti un processo a tappe forzate per prendere tutto: spazi mediatici, informativi, culturali, fiction, documentari, Biennale, teatri. Poi c’è una modalità continua di criminalizzazione di chi dissente, una compressione della possibilità di manifestare, un ricorso intimidatorio alla denuncia per diffamazione, un additare per nome le persone invise. È un sistema complessivo di democrazia rappresentativa e partecipativa che si sta sgretolando”.

LO STATO DI DIRITTO IN EUROPA

Mentre La Via Maestra sta valutando tutte le iniziative da mettere in campo per contrastare i disegni di legge costituzionali governativi, la commissione europea ha da poco concluso la ricerca annuale sullo stato di diritto nell’Unione. I focus sono le riforme, i sistemi giudiziari nazionali, i quadri anticorruzione, il pluralismo dei media e altre questioni istituzionali relative al bilanciamento dei poteri. “La relazione che sarà stilata dalla commissione europea, probabilmente a luglio, sarà per l’Italia molto importante – spiega Padoan -. Spero che emergerà un’analisi che possa portare a scelte politiche diverse. E spero anche che queste elezioni europee possano contenere le destre nazionaliste e illiberali che stanno prendendo piede in molti Stati membri, aiutando anche l’Italia ad avere una sponda sul rispetto dello stato di diritto. Il lavoro che facciamo dovrebbe tener conto dell’orizzonte europeo, molto più di quanto non stia avvenendo. Mentre la stessa Istat, nell’ultimo rapporto ci dice che c’è un ripiegamento della società civile, dovremmo riuscire a costruire forti reti europee”.

AZIONI E MOBILITAZIONI

“Oltre alle mobilitazioni nazionali, stiamo costruendo iniziative territoriali per spiegare il portato delle riforme, città per città, quartiere per quartiere, luoghi di lavoro per luoghi di lavoro – conclude Brancato -. Vogliamo costruire consapevolezza: qui non si tratta di ingegneria costituzionale ma di provvedimenti che indicono nella carne viva della persone, che impattano sui servizi ai cittadini, sui divari tra le regioni. Per questo vanno fermati”. (FONTE: collettiva)