Palazzo del Quirinale, 12/06/2024 (II mandato) Rivolgo un saluto al Vice Presidente e ai Consiglieri del CSM, al Primo Presidente, al Procuratore Generale della Corte di Cassazione, al Presidente del Consiglio di Stato, alla Presidente della Rete, che ringrazio per il suo intervento. E un saluto e un benvenuto cordiale ai delegati dei Paesi aderenti alla Rete dei Consigli di giustizia.

Sono davvero lieto, nella mia qualità di Presidente del Consiglio superiore della magistratura, di incontrarvi a chiusura della prima giornata dei lavori assembleari. La Rete Europea dei Consigli di giustizia rinnova la fiducia in un progetto che venti anni fa, proprio a Roma - come è stato ricordato - ha visto la sua prima realizzazione, con la partecipazione convinta e attiva dell’Italia. Progetto che continua ampliarsi, come la Presidente ha poc’anzi sottolineato. In maniera significativa, il progetto si sviluppa attraverso la democratica elezione dei rappresentanti dei Paesi che riconoscono e assicurano la indipendenza della magistratura quale elemento costitutivo dello Stato democratico. La Corte di giustizia dell’Unione europea, ha sottolineato che “il requisito della indipendenza dei giudici attiene al contenuto essenziale del diritto fondamentale a un equo processo” richiamando, a questo riguardo, il diritto dell’Unione e la salvaguardia dei valori comuni enunciati all’articolo 2 del Trattato dell’Unione, segnatamente il valore dello Stato di diritto. Alla magistratura, infatti, compete la tutela dei diritti e la garanzia di giustizia ad essa connessa. Senza questa lo Stato di diritto, fondato sull’uguaglianza e sulla dignità della persona, ne sarebbe gravemente incrinato. Va quindi salvaguardata l’indipendenza della magistratura, che, allo stesso tempo, costituisce una prerogativa di ogni singolo appartenente all’ordine giudiziario e insieme un diritto di ciascun cittadino. Oltre che a presidio di questi caratteri, l’attività svolta dai Consigli di giustizia risponde anche all’esigenza di promuovere la qualità della giurisdizione e, in tal modo, assicurare la necessaria fiducia dei cittadini. A questo fine, la Rete dei Consigli di giustizia esercita un ruolo essenziale, in quanto favorisce il dialogo tra le magistrature e la reciproca conoscenza sul funzionamento dei rispettivi sistemi giudiziari, così da promuovere la elaborazione di soluzioni ordinamentali sempre più coerenti fra loro, in linea con le prescrizioni costituzionali. Obiettivo della Rete non può essere quello di giungere ad un “modello unico” di Consiglio di giustizia, attesa la diversità fra i vari sistemi ordinamentali. Finalità della Rete è, invece, favorire il confronto per agevolare l’armonizzazione delle normative nazionali, sulla base di valori e principi condivisi, come consacrati negli atti fondanti l’Unione europea, senza disperdere le peculiarità dei singoli ordinamenti, fisiologicamente determinate dalla storia di ciascuno di essi. D’altronde la prospettiva nella quale il magistrato è chiamato a operare non è più soltanto nazionale ma si colloca in un orizzonte più ampio entro il quale garantire i diritti. La tradizione giuridica nazionale non ne risulta dispersa, bensì sviluppata in una dimensione europea, attraverso l’interlocuzione con la Corte di giustizia e con la Corte europea dei diritti dell’uomo, per assicurare una tutela sempre più completa e sempre più efficace. In questa prospettiva la Rete dei Consigli di giustizia realizza uno “spazio di confronto internazionale”, che si nutre delle esperienze dei Paesi membri e dei Paesi osservatori, per elaborare linee guida dirette ad attuare percorsi coerenti con le garanzie costituzionali di ciascuno Stato. Un esempio è rappresentato dal Compendio sui Consigli di giustizia adottato nel 2021 - già ricordato - arricchito lo scorso anno con l’approvazione del modello di codice di condotta per il loro comportamento. Il Compendio costituisce la sintesi di una riflessione avviata sin dai primi anni di attività della Rete, per individuare le caratteristiche strutturali e funzionali immancabili affinché i Consigli possano realmente svolgere il ruolo di garanzia costituzionale che ad essi è affidato. Recenti vicende di alcune democrazie occidentali dimostrano quanto possano essere gravi le conseguenze di una erosione dei pilastri dello Stato di diritto, qualora vengano sottratti spazi di indipendenza alla giurisdizione ovvero siano influenzate politicamente le nomine e le carriere dei magistrati. Appunto per questa ragione nella Dichiarazione di Atene, adottata dall’Assemblea generale dell’ENCJ nel giugno 2022, si afferma il principio in base al quale: “esiste un dovere collettivo per la magistratura europea di dichiarare in modo chiaro e convincente la propria opposizione a qualsiasi atto che possa compromettere l’indipendenza dei singoli giudici, della magistratura e dei Consigli di giustizia”. Si tratta del fondamentale e irrinunziabile principio della soggezione del potere - di ogni potere - alla legge. Il ruolo prezioso della Rete dei Consigli di giustizia si raffigura inoltre ancor più decisivo, in quanto assicura un luogo di confronto e di elaborazione culturale in grado di individuare, nella tradizione dei valori della Unione europea, le caratteristiche indispensabili affinché la magistratura svolga le sue delicate funzioni con indipendenza, autorevolezza e credibilità. Con questo spirito e certo della proficuità dell’attività