SA - Ricorre domani la “giornata internazionale della donna” comunemente conosciuta come “festa della donna”. Va bene lo sventolio dei ramoscelli di mimosa che colorano di giallo la giornata, vanno bene gli incontri di sole donne che decidono di passare una serata assieme lontano dalle preoccupazioni della vita domestica e dalle preoccupazioni della famiglia.
La domanda è: “è solo questo l’8 marzo?” La storia di come si arriva alla giornata mondiale della donna, è parecchio più articolata e vuole richiamare l’attenzione delle donne e non solo, sulle problematiche sociali e politiche, che si appartengono alla componente femminile della nostra società. La mente non può non riportarci per esempio a quelle 21 donne che presero parte alla “Costituente” contribuendo a scrivere la nostra Costituzione. Non possiamo ignorare che in molte, troppe parti del mondo la donna è considerata solo una fattrice senza alcun diritto sottoposta al dominio incontrastato dell’uomo, vedi in Afghanistan o in Iran, solo per fare alcuni esempi. L’8 marzo è anche il momento per riflettere sulle tante battaglie delle donne per conquistare una parità che ancora è da raggiungere, per riflettere sulle conquiste sociali a partire dal diritto di voto, di riflettere sulla piaga del femminicidio che ancora insanguina il mondo compresa la nostra Italia. Le statistiche ci dicono infatti che in Italia mediamente viene uccisa una donna ogni due giorni. Il dato rapportato per il mondo, ci da come risultato un genocidio che si perpetua e che non ci può lasciare in differenti. Quindi, la festa va certamente bene perché ci elargisce una giornata di spensieratezza, ma non guasta certo fare alcune riflessioni sugli obiettivi raggiunti e su quelli ancora da raggiungere. Buona festa a tutte le donne dell’USEF ma anche a tutte le donne del mondo. Salvatore Augello