(SA) - Che questo ultimo decennio passerà alla storia della politica Sicilia come quello dell’obblio completo dei siciliani emigrati, lo sapevano da tempo. Esattamente dal 2012 unico anno di grazia in cui nei bilanci della regione è comparso un finanziamento di una parte dei capitoli della legge 55/80
che ancora oggi prevede provvedimenti in favore dei siciliani emigrati. Da allora in poi, tutta la legge viene riportata con la sigla PM (per memoria). Una sigla che sembra proprio una pietra tombale su una parte della popolazione siciliana che non è una sparuta minoranza, Stiamo parlando di oltre 800.000 siciliani sparsi per il mondo ancora in possesso della cittadinanza italiana iscritti all’AIRE. Praticamente una città come Palermo, fatta di persone che pur essendo stati costretti ad emigrare, come ancora oggi lo sono i nostri giovani, sono certamente portatori di diritti che da ormai dodici anni restano ignorati, ancorché previsti da una legge da tempo accantonata. Stiamo parlando anche di una quantità di siculo-discendenti che superano di gran lunga la popolazione residente e che continuano a guardare alla Sicilia con la nostalgia negli occhi e il desiderio di conoscere la loro terra nel cuore. Eppure, tutti questi cittadini che nel tempo hanno contribuito allo sviluppo della Sicilia ed anche dell’intera Italia con le proprie rimesse, tutti questi cittadini, ripeto e sottolineano, restano una potenziale risorsa completamente ignorata dalla politica siciliana. E’ pure vero, che pur nell’obblio più completo, queste persone, poiché di persone si tratta e non di sterili numeri, contribuiscono alla esportazione dei prodotti della terra di Sicilia ai quattro lati del mondo. Così come è vero che continuano a diffondere quelle tradizioni e quel modo di vivere, quella cultura e quelle abitudini alimentari che hanno inculcate e diffuso in tutto il mondo a beneficio dei prodotti della terra e dell’industria siciliana e non solo, nonché della conoscenza della nostra cultura. Ma tutto ciò non conta per i nostri politici, con l’aggravante che prima, in un’altra vita, in un altro periodo della storia siciliana, maggioranza ed opposizione di diversificavano nel loro modo di sentire e di leggere il dramma dell’emigrazione. Sintomatico invece quello che è successo a Sala D’Ercole quando si è trattato di approvare la finanziaria. Tralasciamo, assenza di Musumeci alla quale ormai siamo abituati, ma la finanziaria è rimasta al palo fino a quando i capigruppo non si sono messi d’accordo su tre maxi emendamenti dove ogni gruppo, ogni sensibilità, ha inserito quello che più gli interessava. Sintomatico di come è ridotta la politica siciliana. È invece il modo come la fin anziaria viene approvata. Questo il risultato del voto espresso dai 70 parlamentari che hanno il diritto del voto. Credo si possa anche definire un dovere, se non è troppo. 22 deputati hanno votato a favore della finanziaria, 10 hanno espresso voto contrario mentre la maggioranza ossia 38 possiamo definirli non pervenuti, tra astenuti ed assenti. Un bell’esempio di impegno politico, non vi pare? Il risultato finale sul quale vogliamo richiamare l’attenzione dei nostri lettori, invece è il seguente: la finanziaria mobilita circa 800 milioni di euro, il bilancio che dava trasmetteva un messaggio chiaro, nel triennio 22-24 di miliardi ne mobilita 57,4 ed è stato approvato con 30 voti favorevoli, 19 contrari ed anche qui il drappello degli astenuti o assenti arriva a 21 parlamentari. Nel mezzo di tutta questa pioggia di milioni e di miliardi, si trova spazio per finanziare tantissimi enti, associazioni, parrocchie ecc. si trova spazio per bonus e contributi che soddisfano esigenze di vario tipo e invece, già dal 2013 non si trovano qualche centinaio di migliaia di euro da destinare agli emigrati per sviluppare un minimo di politica nella loro direzione. Questo, purtroppo non esclude nessuna delle forze che si ritrovano in parlamento, poiché l’evidenza è che né alla maggioranza né all’opposizione interessa l’emigrazione e meno che mai le associazioni ed il suo movimento organizzato, che invece da sempre qualcuno lavora per dividere o addirittura per mettere uno contro l’altro. Viene da dire: “che pena e che delusione” da questa politica e dello spettaciolo che riesce sempre a dare! Salvatore Augello 17 maggio 2022