10 Feb 2023 - Presidenza della Regione - «Dopo oltre dieci anni, la Regione può contare su una manovra finanziaria operativa già ai primi giorni del mese di febbraio. Un primo grande traguardo che rappresenta un cambiamento della linea di tendenza nel rispetto dei tempi procedurali:

un fatto di sostanza e non solo di forma. Uno strumento contabile esecutivo, infatti, consente all’amministrazione regionale di potere lavorare con serenità senza dover fare ricorso all’utilizzo dei dodicesimi, a causa dell’esercizio provvisorio. Nel pomeriggio, inoltre, la giunta approverà il bilancio consolidato 2021 che consentirà di liberare ulteriori risorse a favore dei cittadini». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, commentando l’approvazione da parte dell’Ars, all’alba di oggi, della legge di Bilancio e di quella di Stabilità. «Una manovra finanziaria – aggiunge Schifani – che guarda al sociale, alla tenuta dei conti, alla crescita e allo sviluppo dell’Isola. Una legge di Stabilità nella quale abbiamo previsto risorse per i danni dovuti alle calamità naturali, per gli indigenti e per numerose categorie di lavoratori. È, comunque, solo un primo passo di un percorso che proseguirà nei prossimi cinque anni». «Voglio ringraziare, per il lavoro certosino e di sintesi fatto in pochissimo tempo - prosegue il governatore - l’assessore all’Economia Marco Falcone, il presidente Dario Daidone e tutti i componenti della commissione Bilancio. Un apprezzamento, inoltre, voglio rivolgerlo anche al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno per l’oculata e garantista gestione dell’Aula e a tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, che con senso di responsabilità hanno approvato una manovra nei termini temporali che ci eravamo dati» (FONTE: sito istituzionale Presidenza della Regione) 

SEGUE NOTA DI SALVATORE AUGELLO

FIN QUI, LA NOTIZIA DIRAMATA DALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE SULLA FINANZIARIA 2023 APPROVATA IL 10 FEBBRAIO.

Non possiamo che essere contenti per il rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente, che da tempo non si verificava. La nostra contentezza però, si infrange di fronte all’affermazione del Presidente, quando dice: “una manovra finanziaria che guarda al sociale…….. calamità naturali, indigenti e numerose categorie di lavoratori”. Da questa affermazione rileviamo un fatto increscioso: la categoria dei siciliani all’estero non esiste, non è contemplata. Infatti non la troviamo né tra gli indigenti, né tra le numerose categoria di lavoratori. Ora, se siamo d’accordo che gli emigrati non vadano inclusi tra le categorie deboli intese come indigenti, cosa che però è vera per una fascia pur piccola di loro, non comprendiamo come mai i siciliani all’estero non compaiono nemmeno nelle tante categoria di lavoratori che si incontrano nella finanziaria. Non compare nemmeno nella famosa tabella H che è ritornata nel bilancio regionale e che prevede contributi per le più svariate iniziative, per associazioni e circoli di varia natura, ma non per gli oltre 800.000 siciliani iscritti all’AIRE, per i parecchi milioni di siculo oriundi che popolano varie parti del mondo, per le associazioni che da oltre mezzo secolo si occupano di loro, se pur riconosciute da una legge della regione che rimane completamente disattesa ed ignorata da vari governi. Eppure, a questi emigrati che spesso la politica definisce con appellativi roboanti: “ambasciatori, della Sicilia, rappresentanti della cultura siciliana, importanti pezzi della nostra terra” e così via. Qualcuno ha voluto dichiarare in messaggi fatti pervenire all’estero: “voi avete bisogno di noi e noi abbiamo bisogno di voi” (Musumeci). Eppure questa risorsa potenzialmente immensa, ha sviluppato il commercio delle produzioni isolane perché ha saputo esportare abitudini alimentari cambiando anche usanze e gusti delle terre di accoglienza, modi di vivere, contaminando culture creandone anche di nuove e più ricche. Questa gente non esiste per i governi siciliani? La regione pensa di poterli trascurare malgrado la esistenza di leggi che pur nella loro vetustà esistono ancora anche se completamente svuotate? Pensa di potere fare a meno del ruolo di associazioni che hanno saputo creare ed alimentare una imponente rete associativa all’estero? Pensa di non avere bisogno di utilizzare tale imponete rete che comprende anche moltissime eccellenze che operano nelle professioni, nell’impresa, nel mondo della finanza, nella politica? Se questo è l’orientamento non esistiamo a dire che la politica siciliana è fuori strada, si priva di una risorsa che può tornare di grande utilità anche per la crescita economica dell’Isola, cosa già in movimento. È fuori strada perché come avviene in altre regioni d’Italia più attenti ai fenomeni migratori, privarsi di questa essenziale risorsa non solo fa torto a gente che non cerca niente di meglio che essere ricordata dalla propria terra, gente che ancora oggi si sente attratta dalle proprie origini, attrazione trasmessa anche alle giovani generazioni. Come si usava dire una volta, è tempo di passare dalle parole ai fatti e di tornare ad accorgersi che fuori dalla nostra amata Isola, esistono tanti altri pezzi di Sicilia, tante altre Sicilie che bussano alla porta del sentimento per mettere su quel grande ponte ideale che le possa tenere assieme.

Salvatore Augello 13 febbraio 2023