Il primo gennaio 2003 nasceva l’unione di comuni Terre di Collina, che comprendeva buona parte del Vallone Nisseno, mettendo assieme una popolazione 37.375 abitanti. A dare vita a tale ente furono all’epoca i comuni di, Serradifalco, Montedoro, Bompensiere, Milena e Delia.

Nei primi anni in cui l’Unione espletò la propria funzione, ogni anno si organizzò una manifestazione che durava più di un giorno e che era divisa in due parti: la parte canora culturale e la parte economica. La prima si estrinsecava nell’organizzazione di spettacoli musicali anche di buon livello, mentre la seconda era animata dalla presenza di stand dei produttori dei paesi facenti parte dell’Unione territoriale, che esponevano e vendevano i propri prodotti. Un modo certamente intelligente e nello stesso tempo utile, che faceva fraternizzare gli abitanti di comuni vicini, spesso con economia omogenea e nello stesso tempo rappresentava un fatto economico. Tra le funzioni dell’Unione, era prevista la messa in comune di alcuni servizi, quali ad esempio la sorveglianza sanitaria del personale con l’impiego di un medico competente, i servizi informatici che dovevano essere standardizzati ed in rete, lo sviluppo economico e l’Assistente Sociale. Passati i primi anni, la manifestazione annuale venne eliminata, per mancanza di fondi, quindi saltava anche l’aspetto economico della stessa. Nel tempo, sia la parte relativa allo sviluppo economico che la parte relativa ai servizi informatici, venivano gestiti in proprio dai singoli comuni. E’ da notare, che non risulta nemmeno un tentativo di studio di sviluppo economico studiato sul territorio dell’Unione, né, a memoria mia se non vado errato, nessun tentativo di mettere assieme ed ottimizzare altri settori per migliorarne alcuni carenti quali ad esempio la polizia municipale, una politica delle acque ecc, sempre che potessero essere di competenza dell’Unione. Oggi, i camuni facenti parte dell’Unione Terre di Collina, hanno deliberato il recesso dall’Unione stessa, perché nel frattempo il governo regionale ha avviato una rivoluzione più ampia nella struttura amministrativa della regione: le Aree Funzionali Urbane Territoriali (FUA), individuate con il D.D.G. n.1258 del 21/12/2022. Serradifalco lo ha fatto con delibera n. 7 del 24 febbraio 2023. Il governo Schifani inoltre, annuncia la fine dei liberi consorzi e delle città metropolitane previste dalla riforma approvata dal governo Crocetta. Una riforma approvata con il metodo di primi della classe. Infatti mentre a Roma si discuteva come arrivare al superamento delle province per altro voluto e previsto dalla Costituzione Italiana, un lavoro che avrebbe portato alla legge Delrio, a Palermo con una semplice delibera Crocetta decretava la fine delle province e dei rispettivi consigli provinciali. Una delibera che scioglieva le province e dava vita ai liberi consorzi ai quali non venivano attribuiti tutti i compiti delle province anche se il personale restava al suo posto. Ne derivò un ulteriore abbandono della zona già carente di infrastrutture. Ora si torna alle province ed ai consigli provinciali. Con un termine moderno, si direbbe che questa vicenda è in continuo progress, ma non si è ancora capita la direzione definitiva che piglierà. Non ci resta che aspettare lo sviluppo del pensiero del governo Schifani in materia di riordino degli enti territoriali e di decentramento delle funzioni e dei servizi. Faremo un passo indietro o qualche passo avanti? Ce lo dirà il tempo e la politica siciliana che non brilla certo per chiarezza. Salvatore Augello 06 marzo 2023