(SA) - Il 3 marzo, il governo siciliano del forzista Schifani finanzia ben 45 milioni di euro destinati a quei comuni che conferiscono i rifiuti solidi urbani (leggi monnezza) all’estero. Una spesa davvero esosa, che sta a testimoniare la incapacità decisionale dei vari governi che si sono susseguiti in tutti questi anni.
Un problema quello del trattamento della nettezza urbana, che non trova ancora una soluzione. Non basta la raccolta differenziata per risolvere i problemi ambientali che sono gravi in Sicilia e non solo. D’altro canto, non si può dire NO a qualsiasi soluzione che viene prospettata. Peggio ancora quando ci si ferma davanti alle manifestazioni perché da tempo è venuta fuori l’abitudine di essere d’accordo a qualsiasi soluzione, ma in casa d’altri. Da tempo si è fatta strada la soluzione di mandare all’estero i nostri rifiuti solidi urbani, affrontando da un lato la spesa per il trasporto al quale va aggiunto il prezzo per tonnellata che paghiamo alla nazione che accetta di prendere la nostra monnezza. Una soluzione sperimentata a Napoli in tempi lontani, che si ritiene sia la più comoda per cercare di liberare le nostre città dal dilagare dei rifiuti che fanno bella mostra di sé in mucchi enormi che asfissiano i passanti. Mucci che sono facile bersaglio per manifestanti che hanno preso l’abitudine di appiccare il fuoco agli stessi oltre ai cassonetti che vi si trovano in mezzo. Non parliamo poi di quello che si trova per le strade provinciali e non, dove le aree di sosta sono infestati da sacchetti di tutti i tipi e dimensioni a testimoniare il grado di civiltà di persone che non hanno l’abitudine di rispettare la salute degli altri ed in questo modo nemmeno la loro. La regione Sicilia, costretta a ricorrere al trasporto all’estero dei rifiuti, invece di sanzionare i comuni e le città che non portano avanti la raccolta differenziata, da un canto elargisce un premio ai comuni così detti virtuosi e dall’altro finanzia le spese per i comuni che inviano i propri rifiuti all’estero. Una doppia beffa se ci riflettiamo un poco. La nazione che ospita i nostri rifiuti, non solo ci guadagna perché percepisce un corrispettivo a tonnellata, ma ci guadagna anche perché fa quello che noi non riusciamo a fare: trasforma in energia la monnezza. E noi? Viene spontanea la domanda. Noi ci priviamo di una potenziale risorsa di energia non solo, ma paghiamo due tangenti: una per il trasporto ed una per l’accoglienza dello stato acquirente. Bella soluzione, non solo non utilizziamo in proprio una risorsa dal cui riciclaggio si possono avere parecchi ritorni economici ed ambientali, ma paghiamo anche un costo non indifferente. Un costo per fare fronte al quale, la regione che ha sempre problemi di bilancio, oggi finanzia 45 milioni di euro. E le nostre città? Esse ed i rispettivi amministratori, continuano a restare impotenti di fronte a soluzioni a portata di mano che chi di dovere non ha il coraggio di prendere. Ormai è lontano il tempo di quando il governo siciliano programmava cinque inceneritori sull’Isola, per affrontare e risolvere una volta per tutte il problema. Salvatore Augello 06 marzo 2023