“La scomparsa di Silvio Berlusconi ha determinato una nuova sosta dell’attività dell’Ars, ma ci sono scadenze che si avvicinano ed il governo Schifani ha il dovere di chiarire la propria posizione in merito ad alcuni temi che non possono più restare nel limbo. Ci riferiamo in particolare all’iter del disegno di legge sulla riforma delle Province
ed alla manovra correttiva che non è ancora chiaro se e quando verrà discussa dal Parlamento regionale”. Lo dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars. “All’inizio della legislatura il gruppo del Partito Democratico all’Ars ha presentato un disegno di legge sulle ex Province che prevede il ripristino dell’elezione diretta dei presidenti e dei consigli provinciali e delle città metropolitane – aggiunge Catanzaro – siamo pronti a sostenere speditamente questo percorso poiché gli enti di area vasta vivono ormai da troppi anni una condizione di incertezza, tra proroghe ed annunci non realizzati. Giovedì 15 giugno scade in commissione Affari istituzionali il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge che prevede il ritorno all’elezione diretta e siccome questa riforma è stata fino ad ora sostenuta, almeno a parole, dal presidente Schifani, sinceramente facciamo fatica a comprendere il motivo per il quale il governo ha recentemente presentato un ulteriore disegno di legge che intende differire al 30 settembre 2024 le elezioni di secondo livello in caso di mancata approvazione della riforma delle province entro il prossimo 31 luglio, anche perché l’ultimo tentativo di proroga è stato impugnato lo scorso autunno”. “Oltretutto – aggiunge Catanzaro – poche settimane fa il presidente Schifani ha dichiarato che il ministro Calderoli avrebbe dato rassicurazioni sul fatto che la riforma regionale non sarebbe a rischio di impugnativa nonostante a Roma non abbiano ancora legiferato sul ripristino dell’elezione diretta: ma se le cose stanno davvero così, per quale motivo il governo regionale ha da poco presentato un ddl che prevede un’ennesima proroga in attesa della riforma? Il presidente Schifani ha il dovere di fare chiarezza sul percorso che intende seguire, così come chiediamo si faccia chiarezza sulla manovra correttiva annunciata nelle scorse settimane dall’assessore Falcone, una manovra della quale, però, non si è saputo più nulla”. (FONTE: sito istituzionale)