(fercolo) che era in fila era proprio quella di san Domenico. La cosa si tradusse in proverbio, riferita ad una persona che non giunge mai ed al suo apparire tutti esclamano!
"Essere una negghia", ossia essere poco capace in qualche cosa. Un’etichetta poco piacevole quando ti viene appioppata addosso, che prende come punto di riferimento, negativo ovviamente, il nord Italia. Dato che nulla per un siciliano può essere più inutile della nebbia, che da noi non esiste e anche quando si presenta raramente nel nostro interland, preferiamo chiamarla foschia. Quindi significa essere non una cosa inutile, ma "La cosa inutile" per eccellenza.
Non dissimile il senso quando uno è apostrofato "pinnuluni". Un modo siciliano per definire una parte del corpo, motivo di vanto ed orgoglio del genere maschile, normalmente pendente per eccellenza. Tuttavia essere pinnuluni, vuol dire essere sciocco, poco attivo, poco accorto. Tra i primi ad utilizzare la parola Mentula (il corrispondente di piccolo pene in Latino) per offendere i suoi nemici vi fu il grande, e dispettosissimo, poeta veronese Catullo, nel primo secolo a.C. E da lì con tutte le varianti dialettali italiane e non, questo modo di apostrofare per offendere qualcuno non è stato mai più abbandonato!
Lasciatemi chiudere con un modo di dire di tipo religioso: "Chistu unn’è santu ca sura" (questo non è un santo che suda). Tutto sembrerebbe venire da una santa Messinese, Eustochia Smeralda Calafato, badessa delle Clarisse (1434-1485) il cui corpo riesumato sudò per dieci giorni. Conoscete la piccola ma preziosissima tela dell’Annunciazione di Antonello da Messina alla Galleria di Palazzo Abatellis di Palermo (se non lo aveste ancora visto dal vivo vi tolgo il saluto fin quando non lo vedrete)? Qualcuno pensa che Antonello abbia ritratto proprio il volto di Esmeralda, sua concittadina e amica. Ma forse questa è solo una storia, una di quelle che però, rende più affascinante il nostro passato!
Igor Gelarda (storico sensibile) Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
PROVERBI
Migliu cu lu picca godiri ca cu l’assà tribuliari:
meglio con poco godere che con molto lamentarsi
Migliu scecchi ca malati
Meglio ignoranti che ammalati |
Migliu diri "chi sacciu?" ca "chi sapia?"
Meglio dire "che ne so?" che dire "che ne sapevo?"
Migliu lu tintu canusciutu ca lu bunu a canusciri
Meglio il cattivo conosciuto che il buono da conoscere
Munnu è statu e munnu sarà
Mondo è stato e mondo sarà
Ni l’acchianata di lu critazzu nun ci la fazzu nun ci la fazzu
Nella salita del cretaccio non ce la faccio non ce la faccio
Nun purmìntiri cosi a li Santi e mancu cuddireddi a li picciriddi
Non promettere cose ai santi e neanche cuddired