TRADIZIONI MUSICALI DEL POPOLO DI CHIUSA SCLAFANI DI MARIA CACIOPPO Chiusa Sclafani, un piccolo paesino appartenente alla provincia di Palermo, fondato nel 1320 dal Conte Matteo Sclafani, vanta una lunga tradizione musicale che affonda le sue radici nel XVI secolo all’epoca del Concilio di Trento, allorché la Chiesa locale mandò a chiamare da Nicosia un giovanissimo musicista, Pietro Vinci per impartire lezioni di musica ai chierici e oggi considerato il più grande musicista siciliano del Cinquecento. Nel secolo XVII è documentata sempre a Chiusa l’inedita figura di un musicista locale Don Giuseppe Mazzullo, il quale con la qualifica di musicus et organista, riceveva in data 10 giugno del 1662, dalla confraternita di Santa Caterina, la somma di 3 onze e 4 tarì, per “havere cantato et ordinato la musica ed altri canti della festa del SS. Crocifisso nel primo e secondo Vespiri…”. Non a caso la chiesa di Santa Caterina custodisce ancora oggi uno splendido organo opera del palermitano Rffaele La Valle . Ma Chiusa è rinomata in particolare per la banda musicale, infatti già nel 1880 raggiunse fama artistica sotto la direzione del maestro Gioacchino Muratori. Nell’ottobre del 1886 a causa dell’allontanamento di diversi musicanti emigrati in America, la banda subì un periodo di crisi. Ma questa popolazione appassionata all’arte della musica non si arrese e verso la fine del 1913, alcuni cittadini e in particolare i signori Lo Piparo Gaetano, Lo Cascio Giuseppe e Geraci Stefano, costituirono un comitato ed aprirono una pubblica sottoscrizione onde raccogliere i fondi necessari per la ricostituzione della sospirata banda musicale. Fu così che venne costituita la scuola di musica sotto la direzione di Giuseppe Dispensa di Collegano; la banda dopo pochi mesi fece la sua prima comparsa in pubblico ottenendo il plauso della cittadinanza per diversi mesi. Durante il periodo bellico 1915-1918 il complesso bandistico fu diretto dal maestro Caravini. Finita la guerra l’attività musicale riprese con maggiore impegno ed entusiasmo. A Caravini successe Antonio Cinà che aveva retto il corpo musicale di Ribera; quest’ultimo maestro abile ed attivo in pochissimo tempo riuscì a costituire un ottimo complesso bandistico destando l’ammirazione e l’entusiasmo della cittadinanza. Accanto alla musica ufficiale, Chiusa vanta una lunga tradizione musicale privata, coltivata da cittadini di ogni sesso. Nei tempi antichi persone di vari ceti sociali si dedicavano con passione a suonare il pianoforte, violini, chitarre e mandolini. Si riunivano in gruppi formando dei complessi orchestrali di buona qualità. Noti pianisti sono stati: Cinà Alfonsa, Cornetta Celestina, Fici Concetta e Martorana Marianna, e ancora Geraci Stefano, Catalano Vincenzo e Cinà Antonino. Oggi Chiusa Sclafani può vantare una scuola di maestri organari facente capo alla bottega di Giuliano Colletti, che ha ereditato dal padre Michele l’arte della costruzione di organi di qualità come pure l’esperienza magistrale del restauro di vecchi organi a canne. Focalizzando adesso l’attenzione sulla contemporaneità, risulta immediata la notevole presenza a Chiusa di alcune figure di musicisti e cantanti la cui fama è volata oltre i confini non solo regionali ma anche nazionali, come nel caso di Ignazio Sgarlata e Giuseppe Liberto, nel campo della musica sacra; di Claudia Carbi Schifani e Marianna Pizzolato, nel campo della musica lirica. Dall’insegnamento di Claudia Carbi la giovane Marianna Pizzolato viene definita dalla critica più qualificata come un vero e proprio fenomeno musicale; dall’esordio nel ruolo protagonistico del Tancredi rossiniano a Piacenza nel 2002, all’interpretazione di Bradamente nell’Orlando Furioso di Vivaldi a Prigi nel 2003; dallo Stabat Mater di Rossigni diretto da Alberto Zedda a Pesaro nel 2005 alla Messa di Cherubini sotto la bacchetta di Riccardo Muti a Firenze nel 2005 e alla recente Cenerentola rossiniana a La Coruna in Spagna. Un discorso a parte merita il maestro del jazz Claudio Lo Cascio, considerato una gloria di Chiusa, compositore, pianista, direttore d’orchestra, critico musicale, convinto sostenitore dell’originalità del jazz prodotto dai musicisti europei rispetto ai modelli american, con l’impasto talvolta tratte dal folklore siciliano. (Maria Cacioppo)