Di Maria Cacioppo - Nella magnifica cornice del Rabato, in uno de “I Borghi più belli d’Italia” ripartono i preparativi per la ventunesima edizione del Presepe Vivente di Sutera 2017/2018, ecco le date: si partirà a dicembre con cinque giorni 25 – 26 – 28 – 29 – 30
per poi proseguire a Gennaio con il 4- 5 e 6, data quest’ultima che coincide con l’arrivo dei Re Magi. Da qualche tempo il Presepe Vivente di Sutera si fregia del riconoscimento di “presepe vivente più ecologico di Italia” a conferma delle buone pratiche che questo splendido borgo dell’entroterra siciliano attua nell’ottica di una efficace tutela ambientale. Sutera è un piccolo e caratteristico paese di circa 1500 abitanti che si trova nel cuore dell’entroterra siciliano, in provincia di Caltanissetta. Il paese sorge attorno al monte S. Paolino ed ha la particolare forma a ferro di cavallo, uno dei paesini rupestri più scenografici della Sicilia. Dal 1999 nel centro storico di Sutera si svolge uno dei più bei presepi viventi in Sicilia. Il luogo prescelto è quello del quartiere Rabato, sotto le pareti a strapiombo del San Paolino, un antico centro abitato di origine araba, formato da piccole e strette viuzze, da stradine in salita e tortuose e con archi seminascosti in un tessuto urbano che sembra mimetizzarsi con la roccia circostante da antiche abitazioni secondo lo stile proprio dei villaggi arabo-berbero nordafricani, e altri elementi architettonici ormai non più riscontrabili nei nuovi quartieri. In poche parole il luogo ideale per ricostruire lo stile di vita tipico di un periodo tardo-medioevale. Durante il periodo natalizio, Sutera si trasforma in un suggestivo presepe vivente al quale partecipa l’intero paese. In ogni angolo vengono allestite scene di antica vita contadina; vengono illustrati gli antichi mestieri oramai quasi in disuso e le relative botteghe, grazie all’utilizzo di attrezzi e costumi originali. Nelle varie postazioni ritroviamo lu falegnami, lu scarparu, la pastara, la lavannara, l’osteria, la tissitrici e tanto altro ancora, in un’atmosfera davvero suggestiva, accompagnata dalla simpatia dei vari figuranti, sempre pronti a scambiare due chiacchiere, a raccontare piccoli aneddoti del passato, ad illustrare l’arte degli antichi mestieri, e a farsi fare una foto. In una grotta, una Madonna e un San Giuseppe in carne ed ossa vegliano un altrettanto autentico neonato, ristorati dalla presenza di un bue e un asinello. L’atmosfera gioiosa viene accompagnata dalla presenza degli zampognari che attraversano le vie del quartiere intonando antichi canti della tradizione siciliana. Non mancano le degustazioni di prodotti tipici come ricotta appena tolta dal pentolone, uova, pani cunzatu, ciciri la minestra di ceci maccu ovvero passato di fave secche, guastedda ed ovviamente il vino locale; ma anche altre specialità come u sfinciuni. Ogni anno sono oltre ventimila i visitatori, ma si tratta di numeri di in crescita, che percorrono il dedalo di viuzze dell’antico quartiere arabo del “Rabato”, in uno scenario storico e naturale incantevole tra cantori, figuranti e ricostruzioni di ambienti in cui rivivere l’autentico spirito delle tradizioni natalizie siciliane. Di Maria Cacioppo