, 29 anni, da tempo residente a Ragusa, dove aveva organizzato un autentico racket delle elemosine, per un giro d’affari mensile di poco più di mille 500 euro al mese. Ieri notte sono scattate le manette per il romeno, dopo le denunce sporte dagli esasperati suoi connazionali, in prevalenza donne con bambini, che Carstina non esitava a picchiare selvaggiamente quando tardavano nella consegna degli spiccioli ricavati facendo l’elemosina ai semafori. Spiccioli che per il romeno arrestato si trasformavano in una somma di tutto rispetto con la quale viveva sulle spalle dei poveri disgraziati. Non è stato facile per la Squadra mobile e la sezione volanti squarciare il muro d’omertà eretto dai rom, troppo spaventati per denunciare il loro aguzzino. Alla fine sono state le testimonianze di un paio di donne romene ad inchiodare Carstina alle proprie responsabilità . Il romeno è accusato di estorsione aggravata, scippo e lesioni personali. Il «pizzo sul ricavato delle elemosine» colpiva i rom che si piazzavano ogni giorno ai semafori delle zone centrali di Ragusa, da corso Italia a piazza Libertà , passando per la Stazione. Carstina aveva sperimentato il sistema mesi fa anche a Caltagirone. Anche lì era stato arrestato e condannato, con soggiorno obbligatorio a Ragusa dove il romeno aveva ricominciato a fare il duro con gli indifesi. I dettagli dell’operazione, che sta proseguendo per raccogliere nuovi elementi probatori, sono stati illustrati dal dirigente della Mobile Francesco Marino e dal dirigente della squadra Volanti Marzia Giustolisi. (fonte corriere di Ragusa)