Il Consiglio comunale del 16 dicembre sarà ricordato come il Consiglio degli addii. Dopo l’addio dell’Mpa alla maggioranza, anche Francesco Aiello lascia il Pd dopo oltre 40 anni

 di militanza politica dai tempi del Pc degli anni ´70 di Enrico Berlinguer, poi Pds dell’era Occhetto, Ds gestione D’Alema-Fassino, infine Pd targato Veltroni. Lavoro in meno per il Comitato provinciale dei 4 «saggi» Zago, Di Stallo, Gurrieri e Frisina, impegnati a studiare le regole diplomatiche per espellere uno che ha cercato di fare cadere il governo Nicosia dopo 6 mesi dal suo insediamento, quando ancora Claudio Sassi non aveva avallato la "doppia attitività" al mercato. Nonostante Gino Cicciarella avesse ritirato una sessantina di tessere in vista del congresso del 2009, fra cui anche quella dell’ex sindaco, Aiello toglie il disturbo e se ne va. Scegliendo, quale migliore giustificazione, la «doppia attività» al mercato ortofrutticolo, che esiste da quando il mercato è stato costruito alla fine degli anni ’60, ma esplosa alla fine degli anni ’90, dopo la prima vera crisi e la conseguente nascita del "Comitato spontaneo" formato da Giuseppe Dezio. Con una lettera agli amici e ai «compagni», il leader storico che avrebbe potuto avere un nobilissimo ruolo culturale e formativo dal punto di vista strettamente politico in un partito oggi contagiato dal maledetto virus della «questione morale», annuncia la decisione di lasciare il Pd. La misura è colma e la dichiarazione dell’esperto Sassi in consiglio comunale di ritenere giusta la «doppia attività» dentro la struttura, così come avviene in tutti i mercati del Nord Italia, è stata per Aiello un’insopportabile provocazione. «C’era bisogno di iscriversi alla FGCI a 14 anni per arrivare a tanto?- scrive Aiello- Questa vicenda è per me a tal punto discriminante da avermi indotto a uscire dal PD di Vittoria. Ma ancora, lo stesso tesseramento al PD viene affidato, per la conta finale, a personaggi che non possono farlo per svariati motivi, con logiche di reclutamento clientelare o peggio, solo per un giorno, solo per 10 minuti, il tempo di venire a votare, a prescindere da ogni seria vicenda di politica e di partito. Mi dimetto dal questo PD vittoriese ma continuerò a battermi per la rifondazione nazionale del centrosinistra capace di ricomporre in modo nuovo la grave diaspora che ha consegnato l’Italia alla destra e Vittoria al qualunquismo». (fonte corriere di Ragusa G.L.L.)