padre e figlio, sono stati bruciati vivi la notte scorsa a Sperlinga, vicino a Roccazzo, la stessa frazione dove 48 ore prima era stato dato alle fiamme un tunisino. Venerdì sera è toccato ai due serricoltori vittoriesi. Il figlio è gravissimo all´ospedale di Palermo,ma se la caverà ; il padre sta meglio ricoverato all´ospedale di Comiso. Stanno indagando i Carabinieri della Compagnia di Vittoria e del Comando provinciale di Ragusa. La notizia è ancora coperta dal massimo riserbo, anche perché non ci sono molte testinianze se non quelle delle due vittime. I due congiunti la sera di venerdì, appena usciti dalle loro serre di proprietà vicino Vittoria per fare ritorno a casa, sarebbero stati fermati da due stranieri (dell´Est?), che avrebbero chiesto loro un passaggio fino a Roccazzo. Giunti nella frazione di Sperlinga, appena scesi dalla macchina, sarebbero stati cosparsi di benzina dagli stranieri, che avrebbero appiccato il fuoco prima di fuggire a bordo della loro Lancia Y. La macchina è stato dopo ritrovata abbandonata e intatta dai carabinieri. Si escluderebbe quindi l´ipotesi rapina. Uno dei due congiunti, il figlio, è stato trasportato al Centro ustioni di Palermo in gravissime condizioni avndo riportato scottature di secondo grado. I medici lo hanno dichiarato in prognosi riservata. Meno gravi, invece, le condizioni del padre. Un episodio inquitante appena due giorni dopo l´altro episodio del tunisino, ancora non del tutto chiarito. Un caso avvolto nel mistero che scatena tanti interrogativi. Perché di nuovo Roccazzo? C´è un nesso con il tentativo di bruciare l´immigrato il 15 gennaio? Possibile che le vittime non conoscessero gli stranieri che hanno fatto salire in macchina per andare a Roccazzo? I fatti sono andati veramente così? Troppi particolari e poche versioni che non convincono del tutto gli inqirenti dell´Arma coordinati dal capitano Giovanni Palatini. (fonte corriere di Ragusa G.L.L.)