Nino Minardo rompe con Peppe Drago e lo licenzia. Al parlamentare Pdl non sono piaciute le parole di Drago al congresso dell’Udc che ha parlato del Pdl come
«un contenitore di individualismi e di personalità in contrasto tra di loro». «Se vuole togliere il disturbo si accomodi» dice Minardo a Drago riferendosi alle alleanze tra Pdl ed Udc in provincia. Minardo non ha perso l’occasione di ricordare all’Udc ed al suo leader che solo grazie al Pdl l’Udc governa negli enti locali. L’ultima frecciata è per la stessa situazione politica all’interno del partito di Drago dove, dice Minardo, «il disagio è evidente ed il dissenso è palese e manifesto nelle parole dei suoi stessi iscritti". Nino Minardo preferisce guardare avanti e non rivolgersi indietro , messaggio chiaro al leader Udc che deve anche far fronte alle critiche che vengono dal suo stesso partito. E’ il caso di Antonio di Paola che parla di un partito che non c’è più e di una classe dirigente riservata a pochi. Per Di Paola parla il congresso di straordinario ha avuto solo il merito di decretare la fine dell’Udc in provincia. Drago assorbe e per il momento non replica neppure a Salvatore Rando che ha dato forse l’immagine più impietosa dell’Udc provinciale « il partito ha un leader, poi c’è un gruppo di potere, un gruppo di insoddisfatti, un gruppo che ragiona al bar ,è quello di Lavima, ed un gruppo di invisibili». (fonte corriere di Rqagusa)