VITTORIA, BRUCIATA L'AUTO DEL PARROCO AGGREDITO VENERDÌ SCORSO
(ANSA) - E' quella del sacerdote Giovanni Cappello, 65 anni, aggredito, malmenato e rapinato giovedì scorso, l'autovettura Opel Astra incendiata la scorsa notte in vico Gaeta, nel centrale quartiere San Giovanni. All'interno dell'autovettura sono stati rinvenuti i resti bruciati dei vestiti del parroco il quale giovedì notte, in contrada Pozzo Bollente, periferia rurale, fu trovato sanguinante e seminudo. Il sacerdote raccontò di essere stato aggredito intorno alle 22.30 del 17 settembre nella zona della stazione ferroviaria dove - secondo la versione fornita agli inquirenti - si trovava per pregare dinanzi ad una statua della Madonna. Don Giovanni Cappello ha detto di essere stato costretto a salire a bordo della sua stessa autovettura con i due malviventi, due giovani vittoriesi che hanno agito a viso scoperto e che, in contrada Pozzo Bollente, lo avrebbero fatto scendere dalla macchina, quindi picchiato, derubato di tre mila euro in banconote che teneva in tasca, svestito e abbandonato sul ciglio della strada. La sua versione non ha convinto del tutto gli inquirenti che sono ancora in cerca di riscontri per chiudere le indagini e redigere un rapporto da inviare in Procura. Don Cappello in particolare non avrebbe fornito una versione univoca sul perché e sul come si trovasse svestito ed ha dichiarato che i tremila euro che teneva in tasca erano il ricavato delle offerte dei fedeli. Le condizioni del sacerdote, che ha riportato diverse fratture e si trova ancora in ospedale dove è stato sottoposto ad intervento chirurgico, stanno migliorando.
 NELLA PROVINCIA IBLEA NON SI VIVE BENE. PER IL "BENESSERE INTERNO LORDO" RAGUSA AL 94° POSTO
Cenerentola Sicilia e cenerentola Ragusa. E’ lo specchio della ricerca che il Sole 24 ore ha elaborato insieme al centro studio Sintesi per accertare il «benessere interno lordo». E’ il cosiddetto metodo Stiglitz che va oltre i consueti indicatori tradizionali che misurano lo stato di salute dell’economia. La nostra provincia è al 94mo posto. Insomma una ricerca che non si basa sul Pil, dove peraltro Ragusa lo scorso anno si era piazzata all’82mo posto su 103 provincie italiane, ma sul «bil», il «benessere interno lordo». Questo guarda non solo alla quantità ma anche alla qualità della vita mettendo insieme otto indicatori come condizioni di vita materiali, salute, istruzione, attività personali, partecipazione alla vita politica, rapporti sociali, ambiente e insicurezza economica e fisica. Per la provincia di Ragusa non sono buone notizie neanche in relazione alle altre provincie siciliane tutte relegate tra l’88 posto di Enna e l’ultima posizione in assoluto di Siracusa che paga oltremodo il danno ambientale e le discariche diffuse sul territorio. Per la sicurezza la nostra provincia si «difende» discretamente e conquista un dignitoso 43posto ma è molto lontano dal primo posto di Enna. Va male per il numero di presenze di organizzazioni di volontariato, visto che siamo all’83mo posto con appena una associazione di volontariato ogni duemila abitanti. Non siamo attivi e presenti neanche alle elezioni visto che alle ultime europee solo il 49,3 per cento degli aventi diritto è andato a votare; ed in tema di istruzione, nonostante i corsi di laurea dietro l’uscio ed i milioni di euro investiti, risultano iscritti appena il 36,6 per cento di giovani tra i 19 ed i 25 anni facendo così conquistare alla provincia un mediocre 71mo posto; ce la caviamo meglio in campo ambientale risultando 17mi ma per spettacoli spendiamo appena 24,4 euro ciascuno per una 84ma posizione che non ci fa onore…. (fonte: corrierediragusa - DG)
UNIVERSITÀ: A RAGUSA E SIRACUSA LE STRUTTURE SONO DEFICITARIE
Didattica sì, servizi e strutture no. Gli studenti delle sedi decentrate di Ragusa e Siracusa rispondono così al sondaggio promosso da Demopolis su commissione dell’università di Catania. Le sedi decentrate sembrano soffrire degli stessi problemi che sono poi alla base della rivisitazione delle convenzioni e dei corsi di laurea da parte dell’ateneo catanese. Il 65 per cento degli studenti frequentanti a Ragusa è soddisfatto dalla qualità della didattica offerta, grazie anche al fatto del non elevato numero di frequentanti ma lamenta a stragrande maggioranza carenze nell’offerta nei servizi come biblioteche, mense, trasporti, laboratori. Gli studenti degli ultimi anni soffrono inoltre del mancato orientamento verso il mondo del lavoro e della carenza di informazione e di legame con il territorio; questa esigenza è avvertita in special modo dagli studenti di agraria in una provincia ad alta vocazione agricola. C’è insomma molto da fare per dare forma ma soprattutto sostanza all’università e gli sforzi del consorzio e dello stesso ateneo catanese devono essere orientati in tal senso. Antonino Recca nel corso della cerimonia di presentazione dell’indagine di Demopolis «L’università che vorrei» si sente rafforzato nelle sue idee sulla necessità di offrire di qualità agli studenti. «E’ la qualità che ci chiedono gli studenti e le nostre scelte –ha detto il rettore- sono orientate in tal senso, senza essere condizionate da eventuali altre scelte ed orientamenti verso altri atenei che nel frattempo il consorzio vorrà intraprendere». Il messaggio per Giovanni Mauro è chiaro; Catania insiste sulla qualità , vuole mantenere solo due corsi dal prossimo anno accademico, e si impegna ad investire sui servizi e sui docenti, Ragusa faccia come crede se vuole altri corsi di laurea. E’ quello che il presidente del consorzio sta cercando di fare per non perdere opportunità e soprattutto un corso di laurea. Dopo avere sacrificato Medicina Mauro non intende andare avanti con Giurisprudenza , come sembrerebbe indicare Catania, ed ha intanto aperto la strada a Scienze Politiche con un corso avviato dall’università di Messina sin dal prossimo anno ma con la possibilità per gli studenti iscritti a scienze sociali di sostenere gli esami a Ragusa. Il consorzio ha inoltre preso contatti con aziende e atenei come Venezia e Napoli per l’apertura di master. (fonte: corrierediragusa - DG)